RenaultSport: Un Addio Doloroso
Testo di Andrea Balti / Foto di Daniél Rikkard
Ho cominciato questo pezzo in migliaia di modi diversi, ma torno sempre al punto di partenza. Non sono mai stato bravo con gli addii, figuriamoci quando si tratta di perdere un pezzo di noi. RenaultSport ha ufficialmente chiuso i battenti da ormai quasi un anno, lasciando al brand Alpine il compito di portare avanti un’eredità agonistica fatta di eccezionali successi che hanno consacrato leggende, sia tra i piloti che tra i modelli del marchio transalpino. Sembra ieri che da bambino non aspettavo altro che il momento buono per rubare il posto guida al volante della R5 GT Turbo di mio padre, non arrivando neppure ai pedali, ma sognando di guidare per il puro piacere di sentire quel motore ruggire sotto il mio corpo. Sono passati abbastanza anni e una delle esperienze più vivide l’ho vissuta proprio a bordo di una Renault, una Megane RS Trophy.
Estate del 2019. Introduciamo una rubrica annuale intitolata “Alps Attack”. L’obiettivo è uno soltanto, ovvero esaltare il piacere di guida attraverso un itinerario che attraversa le tortuose strade di montagna che tanto amiamo, sfondo ideale per un tour attraverso cinque, forse sei passi alpini del versante orientale francese. Nessun dubbio sulla prescelta, la compatta bollente per antonomasia, il tutto senza nemmeno sapere che da lì a una manciata di anni non sarebbe più stato possibile, perché RenaultSport avrebbe interrotto la produzione delle sue due sportive più ambite, la Clio RS e la Megane RS.
È indubbio che per scolpire determinati momenti nella propria mente occorra che determinati elementi trovino l’incastro perfetto ed a mio avviso non c’è accoppiata migliore che quella rappresentata da un’auto sportiva e una strada zeppa di curve e priva di traffico. Un’arrampicata di due intensi giorni che ha sorpreso per la solitudine concessa dai passi di montagna attraversati, un silenzio rotto dal frastuono del 4 cilindri turbo da 300 cavalli del cavallo di battaglia della famiglia RS, agghindata e affilata nella versione Trophy. Lo strumento definitivo per rendere certi ricordi indelebili e non lasciare che il trascorrere del tempo e degli eventi sbiadiscano la purezza del giorno in cui ho scoperto una strada epica come il Col du Galibier.
Salire e scendere lungo centinaia di chilometri in cui l’unica pausa dai tornanti era caratterizzata da altrettanto tortuose tratte che univano le valli in questione è come salire sulle montagne russe privi di sistemi di sicurezza. Quel brivido che sale lungo la schiena, quel desiderio di spingersi oltre e scoprire cosa si cela dietro quella cresta. Tutto questo è impagabile e viene accentuato dal coinvolgimento che una piccola sportiva è in grado di offrire al suo conducente.
A distanza di tre anni sono salito sulla nuova Megane, la E-Tech Electric, una 100% EV da 220 cavalli che non ha nulla a che spartire con il mio adorato pulcino giallo siglato RS. Non fraintendetemi, la nuova E-Tech è un crossover elettrico eccezionale, con una linea personale e accattivante, percorrenze adeguate per una convivenza a 360 gradi e un abitacolo all’ultimo grido, ma questo particolare senso di marcia del progresso ha letteralmente sbattuto la porta in faccia al divertimento e al coinvolgimento per come lo intendiamo noi fanatici old school, al brivido di esperienze ormai destinate a essere degli splendidi ricordi. Quello verso RenaultSport è un addio che fa male, dico davvero. Non mi resta che aggiungere ricordi su ricordi, custodirli come tali e immaginare quante altre fantastiche strade avrei potuto percorrere al volante di nuove RS che mai esisteranno. Grazie per i bellissimi momenti vissuti insieme, adieu.