Soli al Tramonto | Touring
Testo Andrea Albertazzi / Foto Bruno Serra
Il nostro mestiere è particolare. Alcuni giorni arrivo a odiarlo, ma nella maggior parte dei casi ne sono follemente innamorato. Poi ci sono quelle giornate fuori ufficio, quelle che preferisco e di cui non posso fare a meno. Sono quei momenti in cui tutto assume un sapore unico e trovo a interrogare me stesso cercando nel silenzio di un tardo pomeriggio cosa mai avrei potuto fare di meglio che trovarmi in questo luogo. Alcuni lo chiamano allineamento dei pianeti, ma senza tirare in causa l’astrologia reputo che sia più semplicemente un attimo in cui determinate cose accadono e tra giochi di luce e rumori si vanno a creare quelle cosiddette emozioni, le stesse che ti portano una consapevolezza differente rispetto a prima.
Nel corso dei miei anni vissuti alla scrivania di Auto Class Magazine ho avuto la fortuna – anzi l’onore – di guidare automobili straordinarie. L’ho fatto nell’unico modo che reputo adatto a questi oggetti, ovvero su strade emozionanti e capaci di elevare il fattore guida come non sarebbe possibile in città, tantomeno in una pista affollata. Qui, dove l’aria si fa sottile e la bellezza delle metalliche linee di una vettura sportiva viene intaccata dalla maestosità delle montagne, sei letteralmente rapito da un vortice di sensazioni che ti trascina sino alle ultime luci del giorno. E d’autunno, con la paletta colori più scenografica dell’anno, le ore di luce sono meno e questo significa che ti rendi davvero conto del trascorrere delle ore, con le ombre che si allungano e il chiarore diurno che si trasforma in un’aurea dorata che ricopre le vette più alte e che nel giro di pochi minuti svanisce in una bolgia arancione.
Al tramonto tutto si fa più silenzioso, con il passo di montagna ormai abbandonato da quei pochi turisti che lo hanno tenuto vivo nel corso della giornata. L’auto si ferma in rigorosa contemplazione e sei costretto a coprirti perché le temperature sono severamente vicine al negativo. Il sole è un bagliore in lontananza, una palla che sta estinguendo la vita di un giorno incredibile, pronta a nascondersi dietro alle montagne più alte. Da lì a poco sarà buio totale e si farà fatica anche solo che a distinguere i bordi della stretta strada che scende per il versante italiano del Colle della Lombarda.
È un momento che dura pochissimo e che vorresti prolungare il più possibile. Una frazione che si cristallizza nell’animo e che ovatta ogni rumore, con un eco amplificato nel vuoto totale di una montagna che senti come qualcosa di tuo, in maniera mai così forte come adesso. Ecco, non è uno di quei momenti in cui te ne esci dicendo “Per questo ne vale la pena”, perché in fondo al tuo cuore sei consapevole che si tratti di un attimo così intimo e personale che vorresti quasi tenerlo solo per te. La realtà è che non c’è modo di spiegarlo. Quella particolare luce, quell’assenza di ogni altra cosa all’infuori dello sconfinato amore per questa natura selvaggia, eppure così ricca di emotività.
Ho raggiunto le vette nel cuore della notte e non è mai stato al pari di tutto ciò. La risposta a lungo ricercata sta probabilmente nel fatto che tutto questo è qualcosa che accade. Non va fatto capitare, succede e basta. E così, quando il tuo cuore esplode di fronte a questa magnifica realtà capace di farti tremare le mani, non devi far altro che accostare, spegnere il motore e ammirare la più grande soddisfazione che questo momento è capace di offrire: l’incondizionato amore per un attimo che durerà per sempre.