Sprint Speciale
Avevamo già presentato quest’Alfa Romeo Giulietta Sprint Speciale, in uno dei primi numeri di Auto Class Magazine, ma avendo avuto l’occasione di provarla per bene, e di poter scattare nuove fotografie, ve la vogliamo mostrare ancor più nel dettaglio, sicuri che non soltanto gli appassionati del “biscione” sapranno apprezzarla.
La sua derivazione dal prototipo Bat è molto evidente: nonostante il piccolo motore 4 cilindri da 1.290cc sviluppa 100 cv a 6500 giri, distribuzione a 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro, 2 carburatori orizzontali doppio corpo, cambio 5 marce + RM, telaio integrale con la scocca e freni a tamburo.
Su disegno di Bertone, che si avvalse del genio in campo aeronautico di Franco Scaglione, venne presentata prima come concept car al Salone di Torino nel 1957, per poi entrare in produzione nel 1959.
La sua forma affusolata con abitacolo a goccia, estremamente aerodinamica, le permette di arrivare al muro dei 200 km/h. Gli studi sull’aerodinamica furono effettuati anche con l’osservazione diretta dei flussi per mezzo di fili di lana applicati sulla carrozzeria su di un’auto lanciata a forte velocità sull’autostrada TO-MI. Solo il frontale ha subìto delle modifiche rispetto al prototipo iniziale. Da notare, ad esempio, il particolare schermo di plastica trasparente che funge da carenatura per i tergicristalli, che altrimenti, alle alte velocità, potrebbero sollevarsi.
Viene poi allestita la versione con motore da 1.570cc, ha interni più rifiniti ed è più confortevole, ma la sorella minore non ha nulla da invidiare anche con 12 cavalli in meno, poiché, grazie al suo peso ridotto, saprà farsi valere nelle competizioni e resta forse la più ambita dai collezionisti.
È ancora il periodo d’oro per l’Alfa Romeo, la SS è uno di quei modelli che ancora oggi, quando se ne vede una (e trattasi di avvenimento raro), non si può fare a meno di ammirare la sua linea fuori dal tempo e pensare cosa si poteva fare con una semplice matita, fantasia e gusto, tutte cose che vanno sempre più sparendo ai giorni nostri.
Ma andiamo dal nostro amico Enzo, che ha la fortuna di poterla guidare quando vuole (Enzo è anche uno che ne ha guidate davvero tante di vetture toste, e quindi il suo parere è da vero competente, ndr). La sua è una 1.300 del ’61, rossa, con targhe originali, (immatricolata nel 1962) e completamente restaurata. Scattando le foto, e da qualsiasi angolo, si apprezza la straordinaria armonia della linea, ma sentiamo cosa ci racconta:
“La potenza, per gli anni 60, era eccezionale, offre un grande piacere di guida e si fa sentire oltre i 3500 giri, sino a quasi 7000; questo motore, dotato di tromboncini, offre un ruggito entusiasmante, non vorrei dire da auto da corsa, ma certamente da auto sportiva capace di prestazioni eccezionali sino a sfiorare i 200 km/h. Il tutto, unitamente a un’ottima tenuta di strada ed ai freni anteriori a tre ganasce, contenute in fantastici tamburi auto ventilati in massiccio alluminio, che una volta attentamente registrati offrono una guida velocissima e molto sicura in qualsiasi occasione e su qualsiasi percorso. Diciamo che si parte e si arriva senza il minimo problema, dopo aver ottenuto prestazioni continue e di lunga durata anche un pò impegnative.
La posizione di guida, non eccezionalmente sportiva, è comoda, a mio parere la pedaliera richiede, se non la si usa sovente, qualche momento di abitudine appena ci si mette al volante, ma poi purtroppo sembra sempre di essere arrivati troppo presto; questo forse è il vero piacere che da una auto d’epoca.
La vettura è tutta originale in ogni sua parte e la meccanica curata come nuova. Sono stati installati i tromboncini di aspirazione come in uso all’epoca, ma è stato rigorosamente conservato il filtro, i manicotti e i bulloncini originali e tutto quanto inerente.”