Non potendo più provare i brividi della leggendaria WRX STI, l’eccellenza di Subaru si concentra nell’inarrestabile abilità della trazione integrale. La Solterra ha il delicato compito di introdurre la propulsione 100% elettrica in un contesto in cui la libertà di movimento è tutto. Abbiamo deciso di sfidare l’autonomia a elettroni, là dove non esistono colonnine di ricarica.
Testo Tommaso Mogge / Foto Gian Romero
È di pochi giorni la notizia che il Parlamento Europeo ha stabilito che dal 2035 tutti i costruttori dovranno produrre esclusivamente automobili a propulsione 100% elettrica. Da appassionato, il primo pensiero è quello che non è più soltanto questione di giorni contati, ma di forte timore che le possibilità di uscire di casa e goderci la nostra auto sportiva a benzina dovranno quasi sicuramente vedersela con tassazioni, incremento del costo del carburante e chissà cos’altro. Il secondo pensiero, anche se in 12 anni c’è tempo per adeguare la situazione infrastrutture, volge invece su qualcosa di ancora più importante, come la necessità di potersi continuare a muovere liberamente. Devo svuotare la testa da questi brutti pensieri, ho bisogno di farlo lontano dal traffico della città, lontano dal mondo e perdermi alla fine di una strada sterrata nella quale di certo non troverò mai colonnine per la ricarica. E decido di farlo con un’auto elettrica.
La prima elettrica di Subaru, per la precisione. Si chiama Solterra ed è la gemella nata dalla partnership con Toyota, che come la storia insegna, ha dato al mondo una sportiva esaltante come la BRZ, o GT86. Questa volta la musica è un’altra e suona il silenzio di un propulsore green condiviso e che porta avanti una joint-venture che vede Toyota occuparsi dell’elettrificazione e Subaru curare dinamica di guida e trazione, ovviamente integrale, un fiore all’occhiello che in casa Pleiadi compie ben 50 anni. Ho parlato di gemelle, ma a dire il vero i due brand giapponesi hanno differenziato in maniera evidente i propri modelli, infatti non ci si limita soltanto ad una mera questione di badge. Per quanto riguarda la Solterra abbiamo un lavoro che sottolinea quanto l’elettrificazione non debba per forza far rinunciare alla precisione di guida e quindi sterzo, assetto e feeling del pedale del freno sono più marcati sulla Subaru che sulla Toyota.
Oggi non è il momento di fare confronti, ma di ricaricare il pacco batterie da 71 kWh, con una porta che è in grado di ricevere fino a 150 kW e passare dal 20% all’80% in appena 24 minuti. Con batterie completamente cariche si ha un’autonomia che varia da circa 330 km in ciclo urbano a 230 di autostrada, per una media finale di circa 280 km. Non certo un valore che consenta di fuggire dalla città nel totale relax, dato che molto probabilmente avrò necessità di ricaricare prima di fare rientro a casa, soprattutto mettendo in conto che l’allestimento top di gamma 4E-xperience+ con cerchi da 20”, perde qualche decina di chilometri in quanto a percorrenza complessiva.
Due motori quindi, ognuno ad occuparsi del rispettivo asse di trazione e capaci di ripartire in maniera millimetrica la coppia, fattore che rende l’esperienza su strade impervie ancora più semplice di quanto già non sia al volante di una Subaru. Ma la Solterra è quella che siede in cima al listino, un SUV con coda spiovente e un design ricercato che eleva il livello qualitativo con un abitacolo tutto nuovo che presenta un volante di diametro ridotto appena sotto la strumentazione digitale e un ampio tunnel centrale che ingloba un generoso display touch da 12,3”, provvisto di un software veloce e un ottimo navigatore satellitare. Ci sono anche numerosi pulsanti, tra cui quelli del clima e quelli per le modalità di guida, ma di questo ne parleremo quando l’asfalto lascerà spazio a terra e pietre.
La Solterra è un SUV raffinato ed eco-friendly – dicevamo – ma come è giusto che sia non teme di sporcarsi, proteggendo la carrozzeria grazie ai grossi fascioni in plastica posizionati sui passaruota. Ecco perché affronto il primo tratto sterrato in totale scioltezza. Proseguo in quella che a tutti gli effetti è ormai diventata una strada immersa nel bosco, con il puntatore del navigatore che segue una linea sempre più sottile sino a scomparire del tutto. Non c’è anima viva, escluso qualche uccellino che svolazza tra i rami spogli e qualche volpe che attraversa di corsa la stretta strada coperta da poche foglie secche e fango. Le telecamere sono utilissime, non soltanto in manovra, perché consentono di vedere cosa c’è davanti e dietro, ma soprattutto per tenere sotto controllo l’ingombro della vettura, riportandola in trasparenza sul grosso display centrale. L’assenza di un motore termico consente sbalzi ridotti e in questo caso la Solterra vanta 21 cm da terra, 17,7 cm di angolo di attacco anteriore e 25,4 per quello posteriore, all’incirca come per la Outback. Aggiungete che la trazione elettrica è istantanea e non disperde neppure uno dei 168 Nm a disposizione e si avanza con una facilità impensabile per oltre tre quarti di SUV di pari categoria.
Un paio di tornanti e diversi chilometri dopo, noto che l’autonomia residua scende in maniera graduale ma proporzionale a come viene utilizzato il pedale dell’acceleratore. Se su strade più tradizionali è possibile scegliere tra le 3 diverse modalità di guida: Normal, Eco e Power, la salita che mi attende oltre il cofano suggerisce di innestare l’X-Mode, provvisto di 2 diversi programmi (Neve/Terra/Fango e Fango/Neve alta), a sua volta regolabile per mantenere tra i 2 e i 10 km/h lungo le discese più impegnative. Fin troppo facile in questo modo. Già, perché la Solterra è un’arma infallibile quanto silenziosa. È morbida e premia una guida in completo relax, ma sa divorare eventuali sorpassi e mettere in mostra l’assetto più rigido disponibile in gamma oggi per Subaru.
Sono letteralmente coccolato in un abitacolo molto ampio e infinitamente luminoso, questo grazie anche al tetto panoramico. I materiali sono ottimi e nonostante non sia un fan delle superfici in piano black, delicate e soggette a graffi, la Solterra è il futuro di Subaru a portata di mano oggi. Niente leva del cambio, ma una rotella a pressione tramite la quale ingaggiare D, N o R, mentre dai paddle al volante si imposta l’intervento di recupero energia in fase di rilascio, giusto per rigenerare qualche chilometro durante frenate e discese. Si sta comodi davanti, ma anche chi è dietro gode di grande spazio, merito del pianale piatto, mentre il baule a meccanismo elettronico ospita fino a 421 l di carico, con un fondo utile per stivare i cavi di ricarica. Sotto il cofano anteriore c’è invece il motore elettrico.
La nebbia porta con sé qualche goccia di pioggia e la terra sotto le ruote si trasforma in fango. L’X-Mode non ha alcun problema e mi accompagna sino alla fine della strada, ai piedi delle gigantesche pale eoliche che rappresentano uno dei tanti ingegnosi modi con cui cerchiamo di rispettare un pianeta al quale forse abbiamo chiesto troppo. Il futuro e le auto elettriche che ci stanno imponendo sono del resto la conseguenza di tutto questo e se negli ultimi anni abbiamo avuto modo di imparare a conoscerle bene, apprezzandone le qualità e le reali possibilità di utilizzo, il fatto di non reputarle pronte a soppiantare i motori termici è principalmente dovuto alla carenza di colonnine di ricarica efficienti e abbastanza veloci da non costringerci a pianificare con anticipo gli spostamenti dell’indomani. Ci sono 12 anni per risolvere e per impegnarsi a rendere le auto elettriche una realtà concreta.
A modo suo, la Solterra è probabilmente il primo SUV elettrico capace di portarti in cima al mondo e poi tornare a casa con la consapevolezza di non aver danneggiato l’ambiente circostante e questo lo si deve al badge in bella mostra là davanti. Il ritorno in città, con la carrozzeria sporca di fango, lascia che la gente si interroghi sul fatto che forse non tutte le elettriche sono limitate al casa-lavoro, oppure a vivere chiuse nei quadrilateri cittadini, a portata di prese di corrente. Forse c’è un modo di approcciare il mondo elettrificato come se non dipendessimo dagli elettroni, abituandoci alla transizione eco-chic e continuando a fare quello che avremmo fatto con un motore benzina o addirittura gasolio. La Solterra ha il grande pregio di non farti perdere tempo in troppe domande e tenendo conto che le percorrenze non sono tra le migliori della sua categoria, dimostra che basta possedere grandi qualità e ogni difetto, piccolo o grande che sia, viene dimenticato. A 50 km di autonomia, proprio mentre l’allerta della carica residua comincia ad avvisare, raggiungo la stazione di ricarica che utilizziamo solitamente e in 56 minuti carico 42,552 kWh, più che abbastanza per tornare a casa dopo una bellissima giornata immerso nella natura, nella quale non ho guardato neppure una volta l’indicatore di autonomia residua.
SUBARU SOLTERRA 4E-xperience+
Motore Elettrico con batterie da 71 kWh Potenza 218 hp Coppia 168 Nm
Trazione Integrale Trasmissione Cambio Automatico a Rapporto Unico Peso 2.110 kg
0-100 km/h 6,9 sec Velocità massima 160 km/h Prezzo da€59.900 (esemplare in prova da €63.900) Autonomia 460 km (dichiarata)