Techart 718 Boxster S: Porgimi L’Orizzonte
TECHART 718 BOXSTER S
PORGIMI L’ORIZZONTE
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Giorgia Rossi
L’ultimo giorno di test a Leonberg arriva puntuale e porta con sé quell’alone di tristezza che sta per andare a chiudere un bellissimo capitolo vissuto nell’assolato paesino alle porte di Stoccarda. Abbiamo lasciato la 718 Boxster S per ultima, per chiudere in bellezza, o sarebbe meglio dire per aprire in bellezza, dato che dal nostro arrivo il meteo è migliorato costantemente ed oggi un caldo sole splende nel cielo sopra di noi. La roadster, che condivide molto con la Cayman, è configurata altrettanto nel dettaglio, e non vede l’ora di scrollarsi definitivamente di dosso quell’appellativo di Porsche entry level.
Quella passata sotto le mani di Techart lo fa dal primo momento in cui la vedi: bianca e con le forme nettamente più accentuate dal vistoso splitter anteriore, dalle side skirts e dallo spoiler fisso al posteriore. I cerchi neri sono prodotti “in house” e sono da 21 pollici con bordatura verde fluo che riprende i dettagli riproposti all’interno dell’abitacolo. Le sospensioni sono state ribassate di 35mm rispetto alla tradizionale 718 S (di 25mm rispetto ai modelli equipaggiati con PASM), lo scarico ha soltanto i finali in titanio ed in questo caso rivestiti in fibra di carbonio. Consapevole che dinamicamente differisca sotto alcune sfumature rispetto alla controparte con tetto rigido, salgo a bordo e dopo aver girato la chiave ed aver dato vita al piccolo e portentoso 4 cilindri boxer turbo da 2.5cc, apro il tettuccio e mi godo i raggi del sole. Guidare con il tetto aperto è il modo migliore per eliminare ogni barriera con il mondo esterno – il sound dello scarico, non tanto aumentato di volume quanto abbassato di tono, entra più liberamente nelle mie orecchie, il fruscio dell’aria si fa più insistente nel momento in cui supero l’andatura cittadina, con conseguente approvazione di tutti e cinque i miei sensi, adesso in allerta per captare ogni minimo segnale che mi viene offerto da questa giornata di guida nelle campagne tedesche. Il motore si scalda in fretta e selezionando la modalità Sport e quindi Sport + vado finalmente a chiamare in causa l’upgrade prestazionale a disposizione, che corrisponde a 50cv e 60Nm in più – esattamente come sulla 718 Cayman S. Quel che cambia in questo caso è l’assenza (sul modello in prova) di un differenziale autobloccante e la maggiore percezione della velocità, una volta lanciato sulle medesime strade del mio test precedente (vedi Auto Class #58).
I 400 cavalli sono raggiunti tutto sommato semplicemente dagli specialisti di Techart, che in questo caso riescono ad ottenere un notevole incremento di potenza grazie al fatto di intervenire su un motore turbo, continuando ad offrire la garanzia ufficiale sulle varie componenti. Il 2.5 spinge forte indipendentemente dal numero di giri in cui decido di affondare il piede destro sull’acceleratore – può impiegare una frazione di secondo o anche meno e gettarmi così nella fitta vegetazione di Renningen, che ancora una volta mi delizia come la cassa armonica naturale più esclusiva al mondo. L’assetto è più rigido – si sente a qualsiasi andatura – ma il comportamento della Boxster non è mai scorbutico e mentre sono comodamente seduto sugli sportivissimi sedili in alcantara, mi tengo ben saldo al volante, variando l’impostazione delle curve ad ogni passaggio e sfruttando la totale assenza di traffico per dimenticare le mezze misure ed aprire a tavoletta. Nella stessa maniera, a ridosso delle curve più ostiche, mi lancio letteralmente sul pedale del freno, a volte sbilanciando anche leggermente il rigido corpo vettura della 718, un semplice movimento sul volante e lei fa tutto il resto, borbottando dal doppio scarico quello che sta diventando il sound Porsche di nuova generazione. Che piaccia o no, il downsizing non è più una novità, e per fortuna porta con sé anche svariati aspetti positivi, primo fra tutti l’incremento prestazionale. La facilità con cui il turbo guadagna velocità è disarmante – limita i consumi quando non è necessario sfruttarne tutta la potenza (ed in questo caso i 400cv tornano ad essere i 350 di origine) e consente di guidare in perfetta scioltezza.
Uno sguardo nello specchietto retrovisore, scaldo due marce e mi faccio trascinare ancora lungo la perfetta striscia d’asfalto che si snoda in un’area collinare poco distante da dove abbiamo lasciato un po’ di centimetri di battistrada poco prima. I miei occhi sono fissi in avanti e si concentrano sempre sulla curva successiva, quasi a voler provare a raggiungere quella perfetta linea orizzontale chiamata orizzonte. Senza neppure accorgermene sembra che tutto il relax e la sensazione di armonia con il mondo esterno che una roadster ti sa offrire, si sia trasformato in un modo alternativo per provocare il posteriore ed agitarmi nell’abitacolo come se fossi stato morso da una tarantola. La velocità scende notevolmente, ma i giri motore aumentano ed in questo frangente la coppia massima e la spinta del turbo dimostrano ancora una volta che la nuova generazione di Boxster (e Cayman) vanno guidate in maniera completamente differente rispetto ai flat-6 che tanto osanniamo. Più reattiva, ma non più brusca e non troppo distante da ciò che ho apprezzato con la 718 standard. Techart riesce nell’intento di caratterizzare la entry level di Stoccarda con una meticolosa ricerca del materiale definitivo, colori e materiali nobili ed un sound più convincente, che non snatura affatto il tono di partenza.
Il sole comincia ad abbassarsi, le ombre si allungano ed i rumori della strada si diradano. L’aria che entra nell’abitacolo scoperto non è più bollente come quella di qualche ora fa ed io continuo imperterrito a sfrecciare dentro quella folla di altissimi alberi che puntano verso un cielo azzurro che minuto dopo minuto diventa sempre più scuro. I minuti sono contati ormai, un passaggio e poi un altro ancora, come se non avessi mai più un’occasione del genere, ma in realtà il test è già terminato da parecchio – ormai sto vivendo un momento personale, un rapporto di reciproca confidenza che uomo e macchina riescono a condividere anche nel più semplice dei contesti, vedendo il mondo attorno come un paesaggio, un contenitore che resta lì ed attende, godendosi anch’esso lo spettacolo del più puro piacere di guida. Detto da uno che non è grande amante delle cabrio, la 718 Boxster S di Techart è stato probabilmente il test drive che mi ha trasmesso di più ed ancora oggi riesco a provare quel profondo senso di appagamento, come se mi arrivasse da tutto ciò che mi stava attorno. Probabilmente è stato quello stesso orizzonte per il quale ho tanto ambito, che ha ricambiato le medesime sensazioni ed ha cercato di raggiungere me. E la Boxster.
TECHART 718 BOXSTER S (2017-)
Layout – Motore centrale posteriore, trazione posteriore
Motore – 4 cilindri 2.5cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 400 cv / 480Nm
Peso – 1.460 kg ca.
Accelerazione – 4,0 sec.
Velocità massima – 296 km/h
Prezzo vettura in test – €81.434 (IVA escl.)