È inevitabile che anche nell’abitacolo cali ben presto il silenzio, un po’ come se tutti stessero aspettando che succeda qualcosa, ma dove in realtà si rimane a metà tra l’imbambolato e il naturale stordimento offerto da un’erogazione istantanea e fulminea messa a disposizione da un acceleratore che funge precisamente da interruttore On/Off.
Testo di Alessandro Marrone / Foto di Jay Tomei
Non sono neppure le cinque del mattino, la città è ancora avvolta nel buio e nel silenzio degli sgoccioli di una notte infrasettimanale qualsiasi. Del resto, se vuoi avere le strade sgombre ed evitare che il traffico ti faccia perdere tempo prezioso occorre svegliarsi prima del canto del gallo. Con la Tesla saremmo anche riusciti a non destare nessun sospetto una volta raggiunto il punto d’incontro con Jay (il fotografo, ndr), ma dopo esser trascorsa qualche settimana di troppo dall’ultima volta che ci siamo visti, qualche schiamazzo era preventivabile. Non l’ha pensata alla stessa maniera quel signore che giustamente si è affacciato al balcone suggerendo in maniera colorita di andare a rompere le scatole altrove. Detto fatto, intanto era il momento di partire e una volta caricata l’attrezzatura nell’enorme bagagliaio posteriore della Model 3 siamo pronti per puntare il nostro navigatore verso le montagne.
Non staremo a passare in rassegna la solita lezioncina sulle auto elettriche, su come funzionano, sui vantaggi e gli svantaggi, tantomeno perderemo tempo prezioso a raccontare chi sia o cosa abbia conseguito Elon Musk nella sua brillante carriera. Siamo nel 2020 e se sfogliate questa rivista sapete bene che Tesla non è soltanto l’unico big brand di auto esclusivamente elettriche, ma la rappresentazione ultima dell’innovazione nel campo della mobilità e non solo. Anche un semplice starnuto da parte dell’istrionico CEO è in grado di creare una tempesta mediatica e questo non fa altro che alimentare il fenomeno. D’altro canto c’è però anche tanta sostanza e l’abbiamo scoperto negli anni passati quando mettendoci al volante della berlina Model S e del SUV Model X abbiamo constatato che un’auto elettrica di questo tipo sia perfettamente utilizzabile nel mondo reale. La Model 3 vuole spingersi oltre, per prima cosa abbassando il prezzo e rendendosi più appetibile per una fetta maggiore di mercato e in secondo luogo perché tra peso e dimensioni ridotte si propone come un’auto non solo prestazionale ma anche divertente da guidare. Questo è ciò che vogliamo scoprire.
Non c’è niente di meglio che riempire il portabagagli – come ogni Tesla ce ne sono due – impostare il navigatore e puntare il naso verso le montagne, oltrepassando una tra le nostre strade preferite e dirigendoci nel cuore di un budello d’asfalto immerso nella natura più incontaminata. Con 560 km di autonomia ci siamo infine imposti una percorrenza tale che ci consenta di raggiungere poi il supercharger più vicino – questo per puri motivi di pigrizia, dato che potete comunque ricaricare il pacco batterie anche da una qualsiasi presa di corrente domestica – con un margine di percorrenza finale residua che dovrebbe aggirarsi attorno ai 5/10 chilometri. Che sia una sorta di roulette russa con il proiettile elettrico, o che sia soltanto voglia di chiamare i soccorsi con la batteria del tutto scarica, ci lasciamo la città ancora addormentata alle spalle e cominciamo la salita verso la prima tappa. Man mano che le case si fanno sempre più scarse, la vegetazione quasi biancastra per via delle rigide temperature ci ricorda di avere a che fare con un aspetto che non intende agevolare la vita ad un’auto elettrica. Il freddo non riduce soltanto la durata della batteria con l’auto ferma (per esempio di notte, posteggiata nel vialetto di casa), ma implica l’utilizzo del climatizzatore, sedili riscaldati e sbrinatore per i cristalli. Logicamente ogni cosa che attiverete andrà ad attingere dalla riserva di energia a vostra disposizione, ecco perché la prima regola da imparare con una full-electric è quella di come approcciarsi a situazioni che solitamente diamo per scontate.
Un altro modo per consumare più energia del necessario è quello di affondare il pedale dell’acceleratore come se non ci fosse un domani. Purtroppo per la buona riuscita della nostra piccola impresa, la Model 3 a nostra disposizione è una Dual Motor, ovvero dispone di due motori elettrici, un pacco batterie da 75 kWh e la trazione integrale e questo significa che ha l’equivalente di 422 cavalli. Dico purtroppo perché nel momento in cui la strada si fa tutta curve è inevitabile lasciare che il diavoletto sulla nostra spalla prenda il sopravvento e cominciare così a premere a fondo, notando come le dimensioni e il peso ridotti rispetto alla Model S, la rendano tutt’un altro tipo di vettura. Non commettete l’errore di pensare che sia una versione in scala ridotta della berlina Model S, perché nonostante il design esterno possa condividere più di qualche similitudine tra loro (il cristallo anteriore e la minore inclinazione dei montanti la penalizzano in termini estetici), a livello dinamico la Model 3 è una piccola berlina che adora essere gettata da una curva all’altra e che sfoggia una certa rassomiglianza con un papero. Pesando 1.847 kg (circa 300 kg in meno della Model S) e con una coppia istantanea di circa 639 Nm, la trazione integrale morde letteralmente l’asfalto e vi fa schizzare contro il sedile come Neil Armstrong in fase di decollo.
Aggrappato al volante, mi infilo nel cuore di una foresta apparentemente lontana da ogni segno di civiltà, non è il momento di giocare con l’enorme display da 15”, una sorta di tablet – questa volta sistemato orizzontalmente – dal quale si governa ogni singolo aspetto della vettura e quando dico ogni cosa, intendo dire anche le luci, tergicristalli, impostazioni di bordo, ma anche l’ottimo navigatore che modifica l’itinerario a seconda dell’autonomia residua e dei punti di ricarica, radio con Spotify integrato e una serie di gadget utili per trascorre il tempo a vettura ferma come una decina di videogiochi anni 80/90 e gli Easter Eggs, che vi faranno essere il re indiscusso delle serate al pub, per esempio con la modalità puzzette. Sì, avete letto bene. E poi c’è quell’incredibile silenzio che sembra avvolgerti e fondersi con una sorta di sibilo che ti entra nella testa e prova a definire un concetto di velocità completamente nuovo e al quale non è possibile abituarsi. La stabilità della Model 3 è sorprendente, pur non essendo un’auto progettata per attaccare una strada di montagna, entra ed esce dalle curve con la rapidità di un grosso felino che insegue il proprio pasto.
È inevitabile che anche nell’abitacolo cali ben presto il silenzio, un po’ come se tutti stessero aspettando che succeda qualcosa, ma dove in realtà si rimane a metà tra l’imbambolato e il naturale stordimento offerto da un’erogazione istantanea e fulminea messa a disposizione da un acceleratore che funge precisamente da interruttore On/Off. Bisogna fare l’abitudine in fase di rilascio, perché infatti una volta mollato il piede dall’acceleratore (e questa risposta può anche essere modificata dal sistema per un migliore recupero dell’energia) l’auto non decelera semplicemente, ma accenna un input di frenata. Dopo qualche chilometro di pratica si entra in confidenza e si comincia a guidare con un pedale solo, rivolgendosi al freno prevalentemente in ambito urbano o quando ci si avvicina ad una curva con troppa esuberanza. Sgattaioliamo silenziosi tra queste strade contornate da alberi e dalla natura più incontaminata, consapevoli che non stiamo inquinando in alcun modo, essendoci anche dimenticati di dare uno sguardo all’autonomia residua, la quale continua a rassicurarci su quanto la Model 3 goda del vantaggio di un peso inferiore rispetto agli altri modelli al momento in gamma Tesla.
Oggi noi siamo il vento, soprattutto quando ci infiliamo tra gli alberi e riusciamo a impostare traiettorie che fanno quasi credere di essere al volante di una sportiva pura. Laddove le pure prestazioni velocistiche regalano emozioni e adrenalina, bisogna pur sempre tener conto che non si tratta di una Civic Type-R e che quindi il telaio non è pensato per violentare un passo di montagna, ma a differenza di una sportiva qualsiasi, una volta tornati nel mondo reale la Model 3 sarà quella con cui non rimpiangerete di tornare a casa nell’ora di punta. In parte grazie alle infinite diavolerie disponibili per i cinque occupanti, oppure per il sistema di guida autonoma disponibile già di serie e che riconosce i segnali stradali, il traffico attorno a voi e addirittura l’itinerario impostato sul navigatore, passando per gli ottimi valori in fatto di sicurezza attiva e passiva, oppure per quella costante consapevolezza di essere a bordo di qualcosa di speciale e diverso dal solito, che nonostante i continui passi avanti da parte della concorrenza, rappresenta tuttora lo standard di riferimento.
Pestando come un forsennato è inevitabile che l’autonomia scenda più rapidamente – esattamente come capita con la nostra amata benzina – il tempo di scattare qualche altra foto in ricordo di una giornata che ha riservato belle sorprese e tanto divertimento. Fermo il nostro papero bianco e una volta scesi ci godiamo il paesaggio che comincia a tingersi di rosso per il sole ormai pronto a tramontare. La Model 3 s’è dimostrata un silenzioso strumento in grado di suonare una melodia muta che riesce ugualmente a toccare le corde di noi appassionati di guida e cacciatori di emozioni. Con un prezzo che parte da circa 50mila euro sarà in grado di motorizzare una fetta ancora più grande di mercato, dimostrando ancora una volta che nella semplicità di un abitacolo nudo di pulsanti e con una linea esclusivamente dedita alla funzionalità, si trova la maggior parte delle risposte che stiamo cercando in un’auto oggi.
La fioca luce del tardo pomeriggio è ormai diventata una fitta ombra trafitta soltanto dai nostri fari. Non si riesce a distinguere nulla oltre il bordo della strada e il fatto che nessun veicolo provenga dalla direzione opposta comincia a farmi dubitare sull’efficacia della nostra impresa. L’autonomia è ormai agli sgoccioli, tutto l’entusiasmo che ci ha tenuto compagnia sino ad ora si è tramutato in un senso di apprensione che rimbalza tra l’assenza del segnale sui nostri cellulari e la barretta verde di carica di cui abbiamo abusato troppo a lungo. Il fatto di trovare una strada chiusa a causa di una frana non fa altro che peggiorare le cose. Riordinare le idee in questi momenti non è mai facile, ma grazie al cielo il navigatore trova subito una strada alternativa che ci possa portare a destinazione. Mancherebbero però almeno una dozzina di chilometri di autonomia. Non ci resta altro da fare che provarci ugualmente, anche perché trascorrere la notte nel bosco non è uno scenario che vogliamo contemplare ancora a lungo. Fortunatamente c’è un tratto in discesa che ci consente di recuperare quel pizzico di speranza che sembrava averci ormai abbandonato. La strada si fa più larga, si intravede qualche casa e poi un rettilineo – affondo sull’acceleratore in un misto tra speranza e apprensione e nello stupore dei miei compagni di viaggio che pensano mi sia definitivamente bevuto il cervello, entro nel parcheggio dell’hotel, sistemando la Model 3 a ridosso della colonnina di ricarica. Ce l’abbiamo fatta. In conclusione anche questa Tesla è in grado di fare tutto ciò di cui necessita il buon 85% della popolazione e se siete alla ricerca di emozioni, vi basterà trovare qualche compagno d’avventura, scegliere una strada adeguata (proprio come fareste con una gran turismo qualsiasi) e cercare di sfruttare più energia di quella a disposizione. Il brivido elettrico è assicurato.
TESLA MODEL 3 Long Range
Layout – batteria da 75 kWh – trazione integrale
Motore – doppio motore elettrico – 560 Km di autonomia (NEDC)
Trasmissione – presa diretta a 0 rapporti
Potenza – 422 cv / 639 Nm
Peso – 1.847 kg
Accelerazione – 4,6 sec.
Velocità massima – 233 km/h
Prezzo – da € 49.500 (da €56.500 esemplare in prova)