Tesla Model S Plaid | Test Drive
È l’iperspazio a portata di tutti, del resto Elon Musk non ha mai nascosto la propria passione e vocazione per i viaggi stellari. Il punto è: la Plaid è in grado di continuare ad essere anche un’ottima Model S? Tra un infarto e l’altro, ho cercato di scoprirlo.
Testo Andrea Albertazzi / Foto Gian Romero
C’è da sentirsi male. Giuro, la prima volta ho pensato di svenire, la seconda pure. Nonostante abbia avuto la fortuna di sedere al volante di supercars eccezionali e saggiarne le potenzialità anche in pista, dove l’unico limite è quello imposto dalle nostre capacità e dal nostro spirito di conservazione, l’accelerazione della Model S Plaid è qualcosa di devastante. È l’iperspazio a portata di tutti, del resto Elon Musk non ha mai nascosto la propria passione e vocazione per i viaggi stellari. Il punto è: la Plaid è in grado di continuare ad essere anche un’ottima Model S? Tra un infarto e l’altro, ho cercato di scoprirlo.
Inutile girarci intorno questa volta. Avrei potuto cominciare l’articolo in centinaia di modi diversi, sottolineando come sarebbe potuto essere possibile parlare di altro, piuttosto che quella caratteristica che per logica finisce sulla bocca di tutte: la potenza massima. Che poi non è nemmeno sicuro che sia quella, dato che Tesla è solita dichiarare una potenza minima, per cui potremmo aspettarci qualcosa in più. Non che ce ne sia bisogno. Per descrivere qualcosa bisogna farsi aiutare dalle parole, per un’idea occorre fare in modo che il lettore possa figurare nella propria testa il concetto in analisi. Descrivere una sensazione diventa invece un discorso molto più complicato, in primis perché trattandosi di qualcosa di emozionale assume toni differenti da un individuo all’altro e in secondo luogo perché si può spiegare di cosa si tratti, ma è letteralmente impossibile trasmettere la sensazione stessa. Quella la si può soltanto provare.
Suddetta sensazione è un vuoto assoluto che sembra partire dalla bocca dello stomaco e fiondarsi dentro la scatola cranica. È un’assenza di gravità che sembra far scoppiare la testa, paragonabile alla fase di decollo di un aereo, ma immersa nel più totale silenzio. Come detto, ho provato automobili molto potenti e qualsiasi vettura elettrica ad alte prestazioni, ma non è umanamente possibile abituarsi alla spinta gravitazionale dei 1.020 cavalli della Model S in versione Plaid. Un bizzarro modo di omaggiare la divertentissima pellicola diretta da Mel Brooks del 1987 “Balle Spaziali”, sostanzialmente identificabile dalla piccola (e posticcia) targhetta applicata al posteriore, o dal particolare yoke (una vera e propria cloche) che sostituisce il volante rotondo tradizionale, prima disponibile come optional e adesso offerto di serie. Su questo ne torneremo a parlare a breve.
Attenzione però a non pensare che la Plaid sia soltanto una questione di accelerazione supersonica, anche perché è comunque possibile impostare la riserva di potenza a disposizione su due ulteriori step, in maniera da addomesticare la Model S e preservare la sua indole di berlina adatta a qualsiasi tipo di utilizzo. Ci sono 3 motori elettrici e sono posizionati molto in basso, a tutto vantaggio di un baricentro vicino a terra. La trazione è integrale e anche in questo caso può essere ripartita secondo le più specifiche richieste del guidatore, prediligendo un asse o l’altro. Cinque i posti, quattro le porte e un enorme vano di carico al posteriore, con l’aggiunta di quello ricavato sotto al cofano anteriore. Sì, la Model S Plaid è pur sempre un’auto che ha senso di esistere, forte anche di un’autonomia media reale di circa 500 km.
Il bianco della carrozzeria mette in risalto un assetto – regolabile su varie altezze – che avvolge al meglio i cerchi da 21 pollici che calzano una gommatura Michelin Pilot Sport 4 S, l’ideale per restare incollati all’asfalto quando le velocità si fanno importanti e il look sobrio ma elegante della Model S, lievemente aggiornata con il restyling del 2021, sembra godere di una giovinezza innaturale, soprattutto in un panorama in cui spigoli e tagli netti sembrano essere il biglietto di ingresso per tutto ciò che può essere definito contemporaneo. Nell’abitacolo ci sono parecchie novità e sono consapevole che ciò possa sembrare strano, dato che stiamo parlando di una delle pochissime automobili in cui non sono praticamente presenti comandi che possono subire variazioni di una certa rilevanza. Partiamo dal gargantuesco schermo touch centrale, adesso inclinabile e tramite il quale si controllano tutti i parametri della vettura, inclusa la navigazione satellitare intelligente con mappe Google, Internet, climatizzazione e tutta la parte ludica dedicata ai videogames e allo streaming. La novità più importante è però lo yoke, ovvero il particolare comando che – optional sulla Plaid – sostituisce il classico volante circolare. Una trovata unica, che suscita interesse e che non passa inosservata, ma con una simile potenza, i dubbi in fase di controllo al limite ci sono tutti. Il difetto principale è che questa mezza corona – seppur di diametro (virtuale) superiore rispetto al volante standard, è orfano di due piccole appendici nella ipotetica zona delle 10:10. In questo modo bisogna impugnarlo più in basso, cercando di incrociare al massimo, senza staccare la presa, altrimenti la fase di ritorno potrebbe risultare difficoltosa proprio perché innaturale. Spariscono anche le leve al piantone, con indicatori di direzione integrati a pulsante sulla razza sinistra (come su alcune supercars), tergicristalli e clacson su quella destra (leggermente meno pratico).
Dopo aver regolato e trovato senza problemi la posizione di guida perfetta, mi lancio letteralmente nell’iperspazio, consapevole che su strada sia impossibile sfruttare appieno le potenzialità della Model S Plaid. Senti subito che il pedale dell’acceleratore ha una sensibilità decuplicata rispetto alla modalità di guida più blanda (Soft), arrivando ad usufruire di un’elasticità sorprendente già giocando fino a metà pedale. Ad un tratto, un rettilineo con fondo stradale abbastanza regolare mi insinua nella testa una vocina che chiede di provare a pestare a pavimento. Eseguo l’ordine del Comandante. Per un attimo vedo tutto nero, esattamente come quella targhetta dietro estrapolata dal film di Mel Brooks. Il cervello viene assordato da un sibilo e nonostante la folle spinta non riesco a staccare il piede dall’acceleratore, mentre per fortuna riesco a tenere ben salde le mani sullo yoke. Alleggerisco e comincio ad ansimare in un misto di risa isteriche e la consapevolezza di aver provato una sensazione nuova. Un’eccitazione mista ad un pizzico di paura ed al desiderio di riprovare quello scombussolamento di organi interni.
Non si può descrivere e al tempo stesso è qualcosa che ti chiama a sé come il maledetto canto di una sirena. A quel punto, le rare situazioni che lo consentono si trasformano in un balzo nell’iperspazio, rendendomi conto che 2,1 secondi sullo 0-100 km/h sono qualcosa a cui l’organismo umano non può abituarsi. E lo fa con scioltezza estrema, scaricando a terra la potenza delle batterie da 100 kWh con una trazione integrale che riesce a mordere l’asfalto senza la minima dispersione, sicuramente anche grazie ad un peso di poco più di 2 tonnellate (2.162 kg). La Plaid si preme a terra, la schiena diventa un tutt’uno con il sedile e l’accelerazione prosegue, segnando numeri folli sul display digitale di fronte ai miei occhi. Accade tutto troppo rapidamente e in maniera talmente surreale che stento a credere che questa possa essere un’auto di larga produzione e soprattutto una berlina pur sempre adatta alla settimana lavorativa.
La Model S Plaid crea un precedente, ancora una volta. Perlomeno in termini di velocità riscrive le regole del gioco e non è una sorpresa se qualche settimana dopo, salendo a bordo di una sportiva benzina da oltre 500 cavalli, tutto mi sembra quasi ovattato e più semplice, il tutto nonostante il glorioso sound del motore termico. Inoltre, l’ulteriore punto a favore della Tesla è che non ti vuole uccidere una volta che hai a che fare con le curve. Certo lo yoke non è l’alleato che sceglieresti ipotizzando di attaccare una strada di montagna, figuriamoci se si pensa anche solo lontanamente di disattivare il controllo trazione (anche solo parzialmente) e azzardare qualche controsterzo. Sappiamo bene come finirebbe. La realtà è che la Plaid se la cava bene ovunque: in città, in autostrada – con una guida autonoma di livello 3 – e su una strada tortuosa, dove il telaio non viene mai messo in crisi e si affida alle ottime sospensioni pneumatiche, all’elasticità degli elettroni e ad una coppia massima di 1.424 Nm capace di farla schizzare fuori dalle curve come se lanciata da una gigantesca fionda.
Avrete quindi realizzato che il prezzo di partenza di circa €141.000 è perfettamente giustificato dal fatto che abbiamo a che fare con una berlina ben più che poliedrica, capace di adattarsi ad una convivenza ideale per il quotidiano, per lunghi viaggi e – all’occorrenza – per un po’ di sano divertimento. Quello che invece non è all’altezza di un pacchetto generale eccezionale è l’impianto frenante, soprattutto tenendo in considerazione l’equazione di oltre mille cavalli di potenza e un peso di oltre due tonnellate. Il feel del pedale è troppo morbido e capita – soprattutto le prime volte – di pensare di aver incominciato a frenare troppo tardi, facendo perdere un pizzico di confidenza alle alte andature. Situazione però compensata dall’imminente arrivo dei dischi carboceramici e dalla proverbiale one-pedal drive, che consente di guidare quasi sempre frenando con il semplice rilascio dell’acceleratore, appunto presupponendo che non stiate massacrando una strada tutta curve.
Accelero ancora, lo faccio con violenza perché voglio prendermi ogni più piccola goccia di quest’oceano di follia scatenato dalla Plaid. E quegli elettroni, instancabili e sempre pronti a sconvolgere chiunque farete salire a bordo, sono una scossa alla quale è impossibile abituarsi. Qualcosa che non pensavo di poter provare, perlomeno non su strada, figuriamoci in un’automobile che in fin dei conti è una berlina. È probabile che tra qualche mese non sarò più in grado di rivivere fedelmente questa sensazione di vuoto interiore dovuto ad una velocità disarmante, questo è un limite dell’essere umano. So che scriverlo non fa altro che lasciare che l’immaginazione figuri il momento in cui ti appendi al volante e preghi che tutto vada bene, ma nulla è paragonabile alla sensazione che la Model S Plaid scatena nel tuo corpo e nella tua mente. Lei non è però eccezionale per questa unica abilità, ma per il fatto che riesce a farla convivere nel corpo di una delle vetture elettriche migliori in circolazione. Ancora oggi, esattamente come 11 anni fa. Ma maledettamente più veloce.
TESLA MODEL S PLAID
Motore 3 MotoriElettrici con batterie da 100 kWh Potenza 1.020 hp ca. Coppia 1.424 Nm
Trazione Integrale Trasmissione Automatico a Singolo Rapporto Peso 2.162 kg
0-100 km/h 2,1 sec Velocità massima 322 km/h Prezzo €141.000