The Outlierman – Drive Like A Gentleman, Everyday
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Davide Carletti
Nel ’66, Nancy Sinatra cantava “These Boots Are Made For Walkin’” – dopo 50 anni esatti, stringo tra le mani un volante che sfoggia fiero il Cavallino di Stoccarda e nella testa canticchio “Questi guanti sono fatti per guidare”. Tralasciando i miei probabili problemi psichiatrici legati alla febbre per le auto, comunemente nota come disfunzione professionale, ho trovato l’ennesima buona scusa per fare il pieno e andare a consumarlo nel giro di poche ore su qualche strada tutta curve. Il grip è perfetto, i materiali sono eccezionali e ben al di sopra di tutto quanto avessi provato sinora, ma quello che rende speciale questo paio di guanti è esattamente ciò che rende speciale una giornata di guida, rispetto a quello che può rappresentare un semplice spostamento su un qualsiasi veicolo a motore. A patto che non vi rechiate al lavoro guidando una Caterham R500, magari sotto al diluvio e nell’ora di punta, avete bene presente la diversità tra una giornata di guida ed un trasferimento da un punto A ad un punto B. Quello che differenzia noi malati di auto, da tutte le altre persone, oltre al fatto di avere le tasche bucate in fatto di ricambi e benzina, è proprio il fatto che curiamo ogni minimo particolare nel dettaglio: l’itinerario, la compagnia, la strada, l’auto ed il nostro stato mentale, pronto a catturare esperienze che andranno ad arricchire il nostro personalissimo album dei ricordi, non fatto di semplici foto e video da pubblicare su Facebook e Instagram, ma di momenti, preziose emozioni che ci fanno provare un brivido che non saremmo mai in grado di spiegare a chi sgrana gli occhi quando gli parlate del nostro mondo. Bisogna essere gelosi e custodirlo anche un po’ per noi, in quel silenzio interrotto soltanto dallo stridere delle gomme, dal vento tra i capelli e dal ruggito di un motore che ha fame di giri quanto di benzina. Sento una terribile puzza di freni, ho segnato una media di consumo carburante vergognosa e credo di essermi fatto prendere troppo la mano, a furia di sparare una marcia dopo l’altra – meglio fermarsi e godersi il paesaggio, arricchito ed impreziosito da un’auto sportiva e dalla storia che tutto ciò che vediamo attorno a noi sta raccontando, in primis a noi stessi.
Sono queste parole, quelle che mi hanno fatto entrare in sintonia con l’amico Andrea, CEO e fondatore di “The Outlierman”. Ci siamo immediatamente riconosciuti, in questa voglia di vivere questo tipo di momenti, di crearli e renderli irripetibili. Le auto sono l’ingrediente principale, ma quell’aspetto fondamentale è il modo in cui ti approcci a tutto questo, e farlo nel modo giusto è dannatamente importante. Andrea è riuscito a trasporre tutto quest’ammasso di emozioni ed aspetti tutto sommato astratti in qualcosa di concreto, da toccare con mano ed ha così dato il via alla sua passione, divenuta ormai realtà affermata. Il suo brand si occupa di “enfatizzatori per la guida” (su, passatemi il termine), più facilmente identificabili come accessori per la guida. I suoi guanti sono fenomenali, in vera pelle e prodotti artigianalmente seguendo stretti canoni che dimostrano come il Made in Italy sappia ancora dettare legge in termini di stile, moda e lusso. Guidare come un gentleman, perché lo stile non si compra, lo si ha – ma fidatevi se vi assicuro che potete anche guidare come dei maniaci e nonostante tutto, non rinunciare a farlo con la giusta attitudine.
Ci siamo dati appuntamento nella location ideale per parlare del suo brand, del presente e dei suoi programmi futuri. Nella sempre elegante e ricercata cornice del Principato abbiamo chiacchierato e scattato qualche foto, grazie anche alla preziosa collaborazione del fotografo Davide Carletti, che con la sua abilità ha saputo cogliere al meglio la vera essenza della firma italiana, ed al supporto logistico di Raul Marchisio di RM Autosport, che ha messo a disposizione una supercar di razza, una splendida (a dir poco) Ferrari 330 GTC – non la solita Ferrari, perché oggi, niente è lasciato al caso. Del resto, quando si tratta di noi e della nostra profonda passione, vogliamo e pretendiamo soltanto il meglio e per seguire gli insegnamenti di Malcolm Gladwell, autore del libro “The Story of Success” (che ha ispirato il lavoro di Andrea, ndr), il successo non è un aspetto innato, ma piuttosto una combinazione di diversi fattori – e questi fattori, oggi, si chiamano “outfit”. Un qualcosa di studiato con attenzione, eredità dei gentlemen drivers di un tempo, che nel mondo delle corse erano più vicini ad essere degli eroi (con parecchia follia nel sangue), piuttosto che semplici sportivi. Un bagaglio culturale tramandato di generazione in generazione, che non ha mai preso il sapore della naftalina, perché diciamoci la verità, le imprese che compivano Nuvolari, Ascari e Fangio, sono di un altro calibro rispetto a quelle che vediamo oggi, ogni due domeniche in tv.
Passione, eccellenza e tradizione. È Andrea, e chi meglio di lui, a descriverci con tre semplici parole ciò che si nasconde dietro alla sua mission, dietro al suo progetto, voluto per dar voce a chi intende creare il proprio percorso, piuttosto che seguire quello degli altri. Tutto ruota attorno ad un gusto classico, adatto ad ogni tipo di vettura, ma che non nasconde, soprattutto nella collezione di cravatte, papillon e pochette, il costante tributo alle auto storiche, protagoniste dei sogni di ogni appassionato, come per esempio la Porsche 356, la Lancia Aurelia e la preferita di Andrea, la Jaguar E-Type. Uno degli aspetti che mi ha colpito di più è la fase produttiva dei guanti stessi – io stesso li uso quasi ogni giorno e mai avrei immaginato tutto il lavoro che c’è dietro. Questo non fa altro che farmeli apprezzare ancora di più. Pensate che, oltre agli specialisti per i prodotti in seta, c’è un team adibito ad ogni fase di produzione, riuscendo così ad offrire un prodotto finale di qualità ineccepibile. Grande attenzione per i dettagli, come per il lato marketing, con un’immagine promossa ed affiancata a grandi nomi come l’Automobile Club de Monaco, Targa Florio, Mille Miglia, Pebble Beach e Monterey Car Week, ma anche realtà più inclini alla velocità pura e per esempio Supercarsafari o il nostro Col de Turini Tour del prossimo mese. Ed intanto la giornata scorre veloce, troppo veloce. Tra una foto e l’altra, c’è tempo per un cambio di outfit e per un momento immagino di avere cinque paia di guanti differenti ed il primo pensiero che mi viene in mente è quello di necessitare di cinque auto diverse che siano dello stesso colore dei vari guanti. Sorrido e capisco di essere finito in un tunnel senza uscita, con di fronte a me una persona che invece che potermi aiutare a rinsavire, non fa altro che “peggiorare” la mia situazione, raccontandomi come lui stesso, ogni mattino, adora scegliere un affiancamento diverso a seconda dell’auto e del mood. Se queste non sono vibrazioni positive, non so proprio dove farvele cercare, qui si parla di essere il più cool e di farlo con un carisma che farebbe impallidire Fonzie.
Persone come Andrea dovrebbero essere più facili da trovare, dato che rendono il mondo, per noi automobilisti almeno, un luogo migliore. Non ha voluto tenere solo per sé le sue idee, ha deciso di condividerle, ha deciso di mettersi in gioco e di fare qualcosa di grande. Le auto uniscono le persone, dovrebbero capirlo in tanti, non sono mostri sputa fuoco. Ci rendono felici, ci fanno sentire meglio, ci regalano la libertà, che è il valore più grande che esista, troppo spesso dato per scontato. E come Nancy Sinatra scaldava la voce in camerino, prima di salire sul palco per cantare, noi ripercorriamo meticolosamente il nostro rito di preparazione, prima di partire per un viaggio: olio, freni, rifornimento, carrozzeria bella pulita e pronta per essere sporcata da moscerini e polvere – infiliamo i guanti, gli occhiali da sole e stringiamo la chiave in mano, dirigendoci verso quel “ferro” che ci fa sentire bambini, che ci permette di dare alle nostre ore successive, tutto un altro significato. Seduti e con gambe e braccia distese, con lo sguardo avanti e le orecchie tese ed alla ricerca della linea rossa o del borbottio di un motore con la voglia di trovare la giusta carburazione, ci apprestiamo a scrivere un’altra pagina del nostro personale libro. Un almanacco che ogni vero automobilista ha cominciato a scrivere quel giorno che ha ricevuto in regalo il primo modellino ed ha deciso che avrebbe preferito fare “brum brum”, invece che urlare goal.