Alcune storie, percorsi, legami con la nostra fidanzata su ruote, sono scritti da tempo, prima ancora che noi stessi possiamo immaginare. Sono quegli amori a prima vista che fanno scoccare una scintilla di passione che non conosce fine o tradimento. La nostra fedeltà verso un marchio non è mai una scelta ponderata con la testa, ma con il cuore. Quello che batte forte ogni volta che, aperta la porta del garage, vediamo la nostra creatura, pronta ad attenderci per partire all’avventura, per un lungo viaggio, per una guidata domenicale o semplicemente per accompagnarci al lavoro. E se la creatura in questione è un “giaguaro”, non può essere altro che un amore sconfinato.
Un vero jaguarista come Jazz tratta la sua Jaguar come un animale domestico. È a tutti gli effetti un membro della famiglia e non un’auto qualsiasi. Gli spostamenti sono un momento di spensierato divertimento e non una semplice necessità quotidiana. Come dargli torto del resto; il ruggito del V8 4.2 Supercharged della sua XJR è già esaltante in origine, figuriamoci se sotto al cofano sono state apportate numerose modifiche, come una rimappatura, un nuovo filtro dell’aria ed uno scarico che senza silenziatore da ancora più voce al potente motore attraverso i due terminali di scarico. La berlina lussuosa e confortevole è diventata un diavolo che sputa fuoco ad ogni accelerata ed i cavalli sono passati da 400 ad oltre 450, disponendo soprattutto di maggiore coppia ai bassi giri. Il modello di Jazz è del 2003, ovvero il primo anno della penultima serie di XJ, quelle che sono ancora contraddistinte dal classico look Jag che è rimasto impresso nei vari modelli per svariate generazioni. Un marchio di fabbrica inconfondibile, reso qui ancora più unico grazie ad un’autentica devozione del proprietario e ad un make-up completo, a partire dalla livrea scelta: il French racing blue (che trovate sui nuovi modelli delle Jag più performanti).
Ma qui non si tratta soltanto di elaborazione del motore, nuova colorazione e cerchioni. Quello che è stato fatto su questa XJR è qualcosa di sensazionale, di maniacale, qualcosa che trasuda una passione smisurata, soprattutto in quei dettagli (che fanno la differenza), che solo ad uno sguardo più attento saltano fuori. Avete notato i bulloni all’interno del vano motore? Oppure il costante pattern blu/nero dell’esterno, spezzato soltanto dai sedili in pelle beige. Per non parlare della “VIP area” posteriore, equipaggiata con sedili multifunzionali e riscaldati, lettore DVD, impianto stereo Alpine e bottiglia di Vodka in tinta con la carrozzeria, perfettamente posizionata all’interno di uno “champagne table” fatto a mano.
Del resto non poteva essere diversamente, per un ragazzo nato a Coventry, ma con il nome Sheregill, che in lingua indiana significa “tigre”. Qualsiasi oggetto in tinta con il suo V8, finirà sulla XJR, per poi schizzare a 100 all’ora in meno di 5 secondi.
“Amo quest’auto per diversi motivi. È grande, comoda e spaziosa, ma nonostante il lusso che offre sa anche divertire grazie ad un corpo vettura in alluminio ed a prestazioni degne di vetture sportive grandi appena la metà e sicuramente meno comode. Ho voluto darle un tocco personale, aggiornando tantissimi particolari e trasformandola in una specie di XJR-S, grazie al wrap e tutto il resto. Faccio parte di diversi Club di Jaguaristi e la mia auto è per me motivo di grande orgoglio. C’è tutto. Lusso, eleganza, potenza. Un giorno, spero di poter coronare il mio sogno e possedere anche una E-Type.”
Senza mezzi termini o temere di esagerare, vi assicuro che la XJR di Jazz è una delle più belle Jaguar che io abbia mai visto. Perfetta come se fosse appena uscita di fabbrica, cattura gli sguardi e non appena vi sfreccia davanti, dando sfogo al suo V8, appaga l’udito.
E poi, quel giaguaro nero sul cofano…spettacolare.