La meta dello Stelvio è qualcosa che va ben oltre il fatto di aver semplicemente guidato su una strada tutta curve, è qualcosa che ti prende dentro e che arricchisce il proprio vissuto da automobilista e gentleman driver.
Testo Andrea Balti / Foto Marco Capelli
E così, dopo così tanti tour da aver perso il conto, siamo finalmente giunti alla resa dei conti con il gigante italiano, quella strada che più di ogni altra rappresenta nell’immaginario comune la quintessenza di un luogo in cui allontanarsi dal mondo e toccare le nuvole con un dito. Lassù, a quota 2.757 metri, tutto ha un altro sapore e nemmeno le previsioni meteo più pessimistiche possono impedirci di macinare i chilometri che sanciscono ufficialmente l’avvicinarsi del finale di stagione di un 2021 che ci ha portato sulle vette più alte d’Europa. Adesso è il turno del passo più famoso di tutti, tocca allo Stelvio.
Questo è lo spirito che ha tenuto banco la sera del sabato 18 settembre, dove quasi tutti gli equipaggi hanno avuto modo di incontrarsi – più o meno casualmente – presso l’Hotel Acquaseria di Ponte di Legno. Girovagare a tarda sera nel garage era un po’ come assistere ad una esclusiva esposizione di supersportive, con la differenza che da lì a poche ore non si sarebbero di certo limitate a poltrire al riparo dagli elementi, anzi avrebbero sfidato pioggia, nebbia e persino neve, nella frenetica corsa verso il tetto d’Italia, dove la strada asfaltata più alta del bel paese si conferma essere una tra le tappe più ambite a livello internazionale per un valido motivo, anzi per 48 motivi, esattamente come i suoi leggendari tornanti attorcigliati gli uni sugli altri e pronti a scrivere pagine uniche nel diario di viaggio dei nostri equipaggi.
La mattina, man mano che le vetture prendono posto nell’area riservata in quel di Ponte di Legno, il cielo sembra schiarirsi, ma dopo la colazione, la consegna delle welcome bags e il briefing, non appena le auto prendono il via, la pioggia ricomincia a cadere, bagnando l’asfalto e rendendo insidiose già le prime curve che portano il convoglio in direzione del Passo del Tonale, il primo dei quattro valichi in programma per l’evento odierno. The Stelvio Escape, il primo evento che Auto Class Magazine organizza a cavallo tra Lombardia e Trentino Alto Adige, ingloba il fortunato format della 250 KM Rally, offrendo ai partecipanti una full immersion di guida lungo un itinerario che oltre al fattore panoramico della seconda metà di tour, aggiunge le veloci curve del sopracitato Tonale e del Passo della Mendola. Infatti, dopo i primi tornanti, si prosegue per oltre 60 km in direzione Cles, superando il Lago di Santa Giustina, i numerosi meleti ed effettuando la prima vera e propria tappa sul Mendola.
Per qualche minuto la pioggia smette e consente una sosta fuori dall’auto in completo relax, così da permettere ai turisti ed a chi di passaggio di ammirare le vetture presenti, tra cui abbiamo sportive di ogni tipo, incluse Porsche GT3 pronto-pista, ma anche gran turismo e compatte bollenti. Lo staff conferma la preziosa collaborazione con Ford Italia, schierando ancora una volta l’eccezionale Puma ST e mettendo in coda al gruppo una delle due Alpine A110 presenti, per l’esattezza una A110 S di cui potete leggere nel dettaglio sulle nostre pagine. La voglia di tornare al volante è tanta e nonostante il versante orientale del Passo Mendola sia meraviglioso e capace di trasformarsi da una larga spicciolata di tornanti in una tortuosa tratta stretta tra le rocce, il pensiero di tutti è verso ciò che attende in seguito.
Ecco che arriva la nebbia, la pioggia si intensifica ed un po’ di traffico rallenta il gruppo sulla strada verso Merano. Una volta divincolati, superiamo Foresta, Silandro e quindi Prato allo Stelvio, così da raggiungere l’Hotel Bellavista di Trafoi con un ritardo di soli 30 minuti. Una tregua meteorologica consente di sistemare le vetture e godersi l’aperitivo nel bellissimo giardino della struttura di proprietà del campione Gustav Thöni, il quale ci onorerà della sua presenza per una foto ricordo, prima di accomodarci all’interno e proseguire il gustoso pranzo. Giusto il tempo per un caffè ed è finalmente il momento che tutti attendevamo con ansia. Piove ancora a dirotto, ma la buona notizia è che questo significa che la strada sarà praticamente priva di traffico e soprattutto delle moto e biciclette che con cielo sereno avrebbero letteralmente invaso il passo.
C’è chi non ha sprecato neppure un tornante ed ha spazzolato alla perfezione ogni singola curva, ma proprio tutti hanno potuto godere di un Passo Stelvio sostanzialmente deserto, un enorme parco giochi riservato ai nostri 26 equipaggi, che una curva dopo l’altra si sono arrampicati lungo la parete rocciosa più scenografica d’Europa. Raggiunta la vetta, il termometro segna -4° ed i fiocchi di neve promessi dalle previsioni arrivano puntuali e inesorabili. Ormai siamo qui e anche chi è provvisto di pneumatici semi-slick si concede un bel sospiro di sollievo. La meta dello Stelvio è qualcosa che va ben oltre il fatto di aver semplicemente guidato su una strada tutta curve, è qualcosa che ti prende dentro e che grazie all’incredibile pedigree di questo luogo rende l’avventurarsi fin qui come un’esperienza che arricchisce il proprio vissuto da automobilista e gentleman driver.
La neve e il forte vento suggeriscono di rimetterci in marcia, anche perché non finisce qui. Il versante occidentale dello Stelvio è senza dubbio più veloce e grazie all’assenza di anima viva, raggiungiamo Bormio dopo pochi minuti. Nel frattempo, scendendo di quota, la neve diventa di nuovo pioggia e mentre svoltiamo in direzione Santa Caterina di Valfurva sembra addirittura intensificarsi. Niente tappa intermedia, ma dritti in direzione del Passo Gavia, che abbiamo opportunamente considerato per il solo lato nord, quello più largo e l’unico adatto per un tour di gruppo.
Stint finale, si pesta sull’acceleratore e raggiungiamo 2.621 metri d’altezza in scioltezza, godendo non soltanto un’altra strada tutta per noi, ma dei primi colori di un autunno ormai alle porte e pronto a colorare di giallo e arancione gli immensi prati attorno al rifugio Bonetta, che da lì a poche ore si sarebbe coperto di neve. Anche questa volta non ci sono parole per descrivere un’incredibile avventura, resa tale grazie a un gruppo di appassionati che rappresentano il vero amore per le automobili sportive, quello che prevede chilometri, spensieratezza e la riscoperta di un territorio e di una natura meravigliosa. Questa incredibile orchestra di cavalli vapore è stata impreziosita da Maserati, Mustang, Alpine, Nissan GTR, Audi RS3, GR Yaris, Subaru BRZ, Clio RS, Golf GTI, Mazda MX-5 e dall’immancabile schieramento di Porsche, tra cui affezionati drivers con le loro 911, Cayman e 964 Carrera 2, ma anche due splendide GT3 (sia 991 che la nuovissima 992), senza dimenticare la menzione d’onore per la prima vettura elettrica che abbia mai preso parte ad uno dei nostri tour, una Taycan 4S, la quale ha dimostrato che grazie a coraggio, integrità e caparbietà è possibile tagliare il traguardo anche con zero emissioni ed una rapida sosta effettuata durante il pranzo. Anche stavolta, alla domanda “Com’è andata?” noi rispondiamo “È stato epico”. E questo grazie a tutti voi che l’avete reso possibile.
Un ringraziamento a tutti i nostri partner e sponsor, con particolare menzione per Ford Italia, Alpine Centre Italia, WrappingItaly, Auto e Moto d’Epoca Fiera di Padova e Summer Marathon.