TOUR DELLE ALPI 2020 | I Bei Giorni Sono Tornati
TOUR DELLE ALPI 2020
I BEI GIORNI SONO TORNATI
Testo e foto di Giorgia Rossi
No, non è tornato tutto alla normalità. Non abbiamo ancora indietro quella quotidianità che abbiamo imparato ad apprezzare soltanto quando ci è stata portata via da un virus calato improvvisamente sul mondo intero ed entrato nelle nostre vite sconvolgendo ogni cosa trovata sul proprio percorso. Niente è come prima, lo si nota dalle mascherine che coprono i sorrisi liberatori dei presenti alla prima edizione di un evento tutto nuovo per Auto Class Magazine. Il Tour delle Alpi avrà pure un nome mai letto sulle nostre pagine, tre parole che raccontano però molto bene ciò che attenderà i 30 equipaggi pronti a riavere indietro un pezzo di cuore, la passione per le automobili vissuta nel modo giusto, guidando e soprattutto facendolo su strade meravigliose.
All’ombra delle Alpi, dove tutto ha più senso, le prime ore di questa domenica mattina di metà luglio cominciano a riempirsi di musica per le orecchie di ogni vero appassionato che si rispetti. Porsche, Ferrari, Lotus, Mustang, Delta, Maserati e le immancabili compatte sportive, quelle bombe a miccia corta che non vedono l’ora di mettersi in scia a quei motori potenti il doppio, sfruttando dimensioni e pesi più contenuti. La magia di questi eventi non è però soltanto relegata alle bellissime auto, ma alle belle persone. Amicizie vecchie e nuove, la maggior parte nate proprio durante uno dei nostri tour precedenti, tutti pronti a sbirciare il road book, mettere qualcosa sotto i denti e lasciare l’accoglienza di Pontechianale per puntare il proprio radar in direzione del primo dei 5 passi di montagna che è pronto a rendere questo evento una giornata a base di chilometri e curve, tante curve.
Contro ogni aspettativa e le più pessimistiche previsioni meteo, affrontiamo i primi tornanti che portano sulla cima del Colle dell’Agnello, valico che ci fa lasciare la nostra amata Italia ed entrare in Francia con una tortuosa e stretta strada sul versante italico ed una più larga e guidata discesa in territorio francese. Una lieve nebbia prova a intimidire i drivers che offrono una colonna sonora di cavalli vapore in grado di svegliare tutte le marmotte ancora assonnate nell’arco di chilometri. Il tour è ormai entrato nel vivo e si prosegue in direzione Col d’Izoard, uno dei luoghi più panoramici e che quest’anno ci regala un sole fantastico, capace di dipingere uno sfondo da cartolina per la salita e la discesa sui suoi tornanti che si insidiano tra muri di roccia che sembrano portarti su un altro pianeta. Qui, lo spettacolo è sempre ultraterreno, e nonostante qualche turista di troppo, i protagonisti del colle siamo noi. Ci attende poi un trasferimento veloce verso Sud, appena prima di salire nuovamente di quota e correre lungo le larghe budella che ci portano sul Col de Vars, punto intermedio dove ci concediamo una sosta più lunga, per un caffè e un panino al volo (forse più al volo di quanto uno dei nostri driver avrebbe pensato, ndr).
Con tre passi su cinque, la voglia di guidare è ancora tanta e la prossima tappa è forse quella più rumorosa del road book, ovvero il Col de la Bonette, che con i suoi oltre 2.700 metri vanta anche il primato di strada asfaltata più alta d’Europa. Sto parlando della Cime de la Bonette e del suo monolite, un vero punto di riferimento per turisti e appassionanti provenienti da tutto il mondo. Lo circondiamo e nonostante qualche motociclista debba attendere la nostra ripartenza prima di potersi dedicare allo scatto di rito accanto a questa pietra sacra, abbiamo tempo per goderci lo splendido paesaggio di un angolo di Paradiso in terra. Salire sin qui lungo il Col du Restefonde e guidare accanto a fortezze in rovina, laghetti e qualche residuo ghiacciato lasciato da un inverno protratto più del previsto, ti ricorda quanto tutto questo ti mancava terribilmente. Adesso è qui, ti guardi intorno e riesci a distinguere soltanto facce felici, magari affaticate dal sole e dai chilometri, ma nei loro occhi c’è quella scintilla che li rende tutti parte di una unica grande famiglia.
Devo correre, ancora una volta, partire prima degli altri per appostarmi nel punto che possa catturare al meglio questa fantastica esperienza e permettere a chi l’ha vissuta in prima persona e a chi la rivive sulle pagine del magazine, di provare quel senso di libertà che queste automobili sono in grado di offrire. Scendiamo dal versante Sud, altre curve, altri tornanti, poi si arriva a Isola e ci apprestiamo ad affrontare il Colle della Lombarda, il passo che ci riporterà in Italia e quindi verso la destinazione finale prevista per il pranzo, che in perfetto stile Auto Class Magazine era previsto per le 15:30, ma non comincerà prima delle 17:00. Poco male, siamo qui per guidare e allora guidiamo. Salire verso Isola 2000 è sempre un’emozione, ma disporre anche di un Colle della Lombarda con prevalenza di sole è stata la ciliegina sulla torta. La strada è molto stretta, c’è un po’ di traffico extra rispetto a quanto previsto, ma del resto questi luoghi meravigliosi sono di tutti e sono pronti a regalare emozioni a chiunque si rechi qui.
Ultimi scatti, poi spengo la reflex, metto il tappo e tiro un sospiro di sollievo. Non è stato soltanto un evento impegnativo per la percorrenza e il numero (in esubero) di vetture presenti, ma oltre al grande lavoro svolto dietro alle quinte, siamo riusciti a gestire degli imprevisti che probabilmente molti dei partecipanti non avranno percepito e questo perché l’obiettivo è sempre quello di offrire un’esperienza di guida totale e indimenticabile. Per farlo occorrono belle strade e belle auto, ma soprattutto belle persone. Persone di quelle che una volta sedute a tavola cominciano a scambiarsi pareri con appassionati che sino a poche ora fa non conoscevano nemmeno. Niente è ancora alla normalità, speriamo succeda presto, ma nel frattempo i bei giorni sono tornati. E quello del Tour delle Alpi non ce lo può portare via niente e nessuno al mondo.