Guida in Pista: Cambio Manuale o Automatico?
Al giorno d’oggi abbiamo davvero una vasta disponibilità in termini di cambio, una delle parti critiche per una vettura sportiva. Al classico manuale con frizione a pedale, possiamo scegliere un automatico sequenziale (con o senza selettore di marcia), i più veloci doppia frizione (che funzionano come un automatico, ma con già innescato il rapporto successivo o precedente), i robotizzati, ecc.
Ma quando si ha a che fare con i cordoli di una pista, quale cambio è migliore per un’esperienza più appagante e per hot laps più veloci degli avversari?
Bella domanda, soprattutto perché sostanzialmente varia a seconda di vari fattori, che vanno dal tipo di auto, al suo rapporto peso/potenza, passando per il nostro stesso stile di guida. L’unico aspetto che non sembra incidere sulla scelta ideale, è quello del tipo di circuito sul quale ci troveremo a girare. Infatti, che sia un tortuoso susseguirsi di curve come la Nordschleife o il veloce tracciato di Monza, il modo in cui vanno affrontate le curve resterà sempre il solito: piede pesante sull’acceleratore, altrettanto sul freno e mente lucida, ricordando che l’auto non va mai sbilanciata e che le regole di traiettoria e punto di corda sono un modo per migliorare le proprie prestazioni e non una noiosa lezione teorica.
Ecco quindi che a mio parere, la scelta del cambio può appunto variare dalla dinamica della vettura che guiderete. Una compatta sportiva, per esempio, la vedo più coinvolgente con un cambio manuale, stesso discorso per le lightweight come Lotus & company, che sfruttando un telaio ed un peso ridotto all’osso, vi renderanno padroni della situazione, potendo così giocare con il terzo pedale al meglio. Una supersportiva predilige invece il cambio automatico (doppia frizione), poiché grazie alla tecnologia odierna ci sono tempi di cambiata infinitesimali, impossibile per un meccanismo manuale e per l’essere umano. Sparare una marcia dopo l’altra giocando con un bilanciamento perfetto, diventa quindi un gioco da ragazzi (o quasi) ed il tutto si allontana sideralmente dallo stile di guida richiesto da supercars con 20 anni sulle spalle. Stesso discorso per le oversized, berline e wagon (o anche SUV) dai prepotenti motori zeppi di cavalli. Guidarle con i guanti o con il tirapugni, cambia poco: saranno divertenti, grazie ad una coppia mostruosa, ma il peso e la freddezza meccanica, non renderanno i vostri giri esaltanti come quelli che fareste su una Lotus Seven.
Andrea Balti