Vintage | FIAT 508 Sport Spyder
LA BALILLA NATA PER CORRERE
Testo di Remigio Camilla / Foto di Alessandro Marrone
Gli anni 30 iniziarono in condizioni non certo favorevoli per l’economia Italiana e per quella mondiale, la crisi del ‘29 aveva avuto gravi ricadute a livello politico e sociale, ma il decennio si concluderà per fortuna in un clima di fiducia e di speranza sulle note della famosa canzone dal sapore foxtrot swing “Mille Lire al Mese”.
Probabilmente la crisi del ’29, nella sua drammaticità, aveva stimolato nelle menti intelligenti e sagge della dirigenza FIAT di allora un progetto ambizioso, quello di creare un’auto semplice, economica, dal piccolo motore ma con sufficienti prestazioni, unite ad una abitabilità impensata per tale cilindrata e soprattutto inventando ed imponendo sul mercato una classe di auto che nessuno ancora possedeva. Nasce così nel 1932 la 508 berlina che verrà costruita su licenza FIAT in Francia, determinando la nascita della SIMCA, in Germania dalla NSU che produceva motociclette, ed anche in Polonia e Cecoslovacchia. Il successo fu enorme, ma la FIAT oltre ad imporre la nuova classe di auto, quella dell’utilitaria, stimolerà anche un grande interesse nei Carrozzieri dell’epoca e non solo italiani, che la interpretarono in moltissime versioni diversificandosi dalla produzione di serie (vedi art. su n.82). Giacinto Ghia, che aveva fondato nell’aprile del 1926 l’omonima carrozzeria, nel settembre del 1932 presentò al Concorso di Eleganza di Villa d’Este un prototipo sportivo della nuova Fiat 508. Disegnata dal Conte Mario Revelli di Beaumont che in quel periodo collaborava con Ghia, l’auto si presentava stilisticamente molto elegante ma sintetica e con chiari ed evidenti riferimenti sportivi. Molto affusolata, con un cofano motore lungo e snello, la coda con la pinna centrale, i parafanghini di tipo motociclistico posizionati sulle ruote e staccati dal resto della carrozzeria, conferivano all’auto leggerezza dinamicità. L’alettatura per lo sfogo dell’aria posto sulle parti laterali del cofano motore suddivise in due parti erano riproposte anche alla base della carrozzeria rafforzandone ulteriormente la sportività. I due sedili anteriori erano disassati al fine di ottenere una linea più stretta e più aderente al telaio sottostante, esattamente come per le auto da corsa di quegli anni, un vero siluro.
Tale proposta non passò inosservata alla dirigenza FIAT che si accordò subito con Ghia per averne i diritti di produzione e così fu. Nella produzione di serie, rispetto al prototipo di Ghia, la modifica più evidente si ritrova nei parafanghi che sono continui con pedana ed aderenti alla carrozzeria, l’alettatura sulle pareti laterali del cofano è continua e non divisa in due parti, il frontale del radiatore è sempre inclinato ma piatto e senza lo spigolo centrale con accenno a prua di nave, vengono inoltre posizionate le particolari maniglie esterne per l’apertura e chiusura delle porte e del cofano posteriore. La parte bassa della coda viene leggermente allungata per consentire di coprire completamente le balestre posteriori che tendevano a lasciarne vedere gli attacchi. La nuova versione sportiva della 508 Balilla viene presentata al Salone dell’auto di Milano del 1933 con la sigla 508 Sport Spyder, riscuotendo un grandissimo entusiasmo tra il pubblico, ma soprattutto tra i piloti dell’epoca. Questa prima versione aveva il cambio a tre marce come la berlina, motore con sigla 108 S e rapporto di compressione portato a 7:1 con una potenza di 30 cavalli. L’anno successivo – il 1934 – il modello verrà dotato del nuovo motore con sigla 108 CS, come sulla rinnovata versione di serie, con valvole in testa e cambio a 4 marce con potenza portata a 36 cv.
Nello stesso anno viene allestita per i piloti anche una versione corsa, maggiormente rispondente al prototipo Ghia, con parafanghi di tipo motociclistico per diminuire il peso della vettura e riproponendo l’alettatura continua alla base del telaio per accentuare maggiormente il carattere corsaiolo della vettura. Allo sviluppo della 508 SS contribuì sin dall’inizio il pilota ufficiale della FIAT Felice Nazzaro. La nuova piccola sportiva era pronta e occorreva testarla nelle gare su strada più prestigiose, dove per primi furono proprio i piloti privati che nell’aprile del 1933 portarono alla Mille Miglia un gran numero di Balilla Sport Spyder (una ventina) pronte per essere schierate nella classe delle utilitarie sino a 1.100 centimetri cubi. L’equipaggio Ricci-Maggi si impose 29° assoluto e primo di classe ad una media di 86,720 Km/h ed un tempo di 19h 01’36”. Seguono nella classifica altre 12 Balilla SS, il successo ottenuto e l’entusiasmo di pubblico e piloti fu enorme e l’auto si presentava veramente robusta, affidabile e veloce. Il consumo di carburante era contenuto e con una notevole autonomia in quanto poteva percorrere circa 600 Km con il pieno di carburante. Con tre rifornimenti era in grado di percorrere agevolmente ed abbondantemente tutto il percorso della Mille Miglia (1.650 Km), inoltre il suo bagagliaio era conformato in modo tale da poter contenere due ruote di scorta, molto utili per le facili forature sulle strade dell’epoca.
Ma l’altro eclatante successo, il piccolo siluro lo otterrà al Primo Giro Automobilistico d’Italia “Coppa d’Oro del Littorio” del 1934 una gara durissima e lunghissima di circa 6.000 Km e suddivisa in tre tappe, che permettevano di percorrere tutta la penisola ed il perimetro completo della Sicilia. Sul nastro di partenza nella Classe sino a 1.100 – la più numerosa – furono schierate un nugolo di FIAT 508 SS. Nelle foto dell’epoca se ne contano più di venti, sia nella versione normale che nella versione corsa alleggerita con parafanghini motociclistici.
La Gazzetta dello Sport del 4 giugno 1934 ne riporta la classifica ed ai primi quattro posti nella Classe sino a 1100 cc figurano soltanto 508 SS, la prima con l’equipaggio Brignone-Aymini che si aggiudica la “Coppa d’Oro” ad una media di 78,598 Km/h, la seconda ad una media di 78,234 Km/h, la terza con 77,561 Km/h e la quarta con 76,527 Km/h. Una media di tutto rispetto tenuta per seimila chilometri su strade polverose e sterrate. Da quel momento la Balilla Sport Spyder assumerà anche la prestigiosa denominazione di “Coppa d’Oro”. Per essere pignoli il modello meritorio di tale prestigiosa denominazione dovrebbe essere quello “Corsa” con parafanghini motociclistici, perché quella dell’equipaggio Brignone-Aymini vincitrice della Coppa d’Oro del Littorio aveva tale configurazione. Il modello con parafanghi ad ala e pedana venne anche denominato “Mille Miglia” per la vittoria ottenuta nel ‘33 alla Freccia Rossa. Tale versione non deve essere confusa con la Balilla Mille Miglia Berlinetta, sempre prodotta dalla FIAT e lanciata nel 1935, per offrire maggiore comfort ai piloti che partecipavano alla gara, ma si rivelò non competitiva rispetto al modello SS in quanto più pesante. Pare venne prodotta in soli 11 esemplari.
Incontriamo la FIAT 508 Sport Spyder di questo servizio, che l’amico Marco Luciano – raffinato collezionista di auto d’epoca – ci mette a diposizione, alla Cavallerizza Caprilli di Pinerolo, un tempo importante Scuola di Cavalleria Militare e sino a pochi anni fa il più grande maneggio esistente in Europa. Ad accoglierci con gli onori di casa sono presenti: il Capitano Alessandro Torarolo ed il Maresciallo Natale Natale, ma in breve ci raggiungono la giovane ed elegante Amazzone Federica Santiano con la splendida Cavalla Eveline, dal nero mantello che insieme creeranno una perfetta coreografia scenica, valore aggiunto a questo particolare servizio. Il contesto è inusuale ed inaspettato per un’auto, ma si sa, quando i “cavalli” sono di razza il loro abbinamento è perfetto, così come risulta scenograficamente perfetta l’architettura Liberty della Cavallerizza.
Lei la protagonista sfoggia una elegantissima livrea totalmente nera con interno in pelle colore rosso scuro in abbinamento con gli splendidi cerchi a raggi, dotati al centro delle coppette coprimozzo in acciaio cromato, con in rilievo la “F” di Fergat, importante marchio di cerchi motociclistici e per auto sportive. Costruita dal Reparto Carrozzerie Speciali FIAT ed immatricolata nel 1933 appartiene alla prima serie denominata come già detto anche Mille Miglia, per aver corso la Freccia Rossa con risultati sorprendenti ed inaspettati. I parafanghi sono del tipo ad ala aderenti alla carrozzeria con pedana centrale. Molto interessanti e di foggia particolare sono i parafanghi anteriori, leggermente più lunghi e tesi in avanti rispetto ad altri modelli di 508 SS, non si sa se dovuto ad un ulteriore intervento di Mario Revelli di Beaumont (consulente Carrozzerie Speciali FIAT) per renderla più flamboyant, come era nel suo stile in quegli anni, o se a seguito di un intervento richiesto dai precedenti proprietari. La linea dell’auto trasmette con immediatezza la propria sportività in ogni particolare. Uno degli elementi più affascinanti e caratterizzanti è costituito dalla coda, definita ad insetto perché ricorda la coccinella, ma anche detta a ventre di pesce per la pinna centrale che percorre il cofano del bagagliaio. Tale pinna non ha nello specifico una precisa funzione aerodinamica, ma concorre visivamente ad esprimere l’idea di dinamicità, velocità, riportandoci idealmente all’aereo con il suo timone di coda.
L’abitacolo è veramente da siluro, stretto e raccolto anche in lunghezza, i sedili sono fissi, disassati senza possibilità di regolazione e gli schienali creano nella carrozzeria un bellissimo movimento per essere contenuti. Quello del pilota in posizione più avanzata, ha lo schienale dotato di una piccola paratia verticale laterale che permette l’appoggio ed il contenimento del busto nelle curve, inoltre il maggiore spazio in altezza per le gambe è ottenuto eliminando il cruscotto e la strumentazione di fronte al pilota, mentre sul pavimento è ricavato un alloggiamento a pozzetto che permette di allungare la gamba sinistra in fase di riposo. Il sedile del copilota in posizione più arretrata, permette più spazio in altezza per le gambe ed il posizionamento della strumentazione di bordo sul cruscotto sviluppato solo a destra e quindi asimmetrico, posizionata a pavimento troviamo la pedana poggiapiedi per poter contrastare i movimenti del corpo nelle curve. Il disassamento dei sedili permette al pilota un maggior movimento con le braccia, soprattutto nella manovrabilità della leva del cambio che in certe posizioni risulta quasi nascosta dalle gambe del pilota, oltre a permettere una maggiore visibilità sul lato destro, non avendo interferenze con la testa del copilota.
Essendo l’abitacolo molto stretto e rastremato, sulle pareti laterali a livello del ginocchio e del polpaccio sono posizionati degli appoggi imbottiti per tenere fermo il corpo e le gambe nelle curve. Tutto su quest’auto è studiato in modo razionale ed ergonomico finalizzato alla velocità, anche se entrare nell’abitacolo soprattutto dal lato guida non è così immediato e facile, in particolar modo se si hanno le gambe lunghe. Occorre infilare prima la gamba destra, cercare di scivolare sul sedile torcendo leggermente il busto, quindi piegare la gamba sinistra e tirarla letteralmente dentro l’abitacolo, ovviamente se si decide di aprire la piccola e bassa portiera. In caso contrario ci si siede a livello dello schienale, si infilano le gambe e ci si lascia scivolare dentro in modo molto sportivo, del resto tutto ciò rientra nello spirito corsaiolo dell’auto. Nonostante l’abitacolo stretto, sui pannelli interni delle piccole porte rivestite in pelle rossa sono ricavate delle pratiche tasche per contenere le carte stradali o i guanti da guida. Direttamente dietro l’abitacolo prima della linea del cofano posteriore troviamo un’altra interessante raffinatezza, una barra tubolare in acciaio cromato leggermente rialzata e parallela alla carrozzeria, in quel punto questa scorre verticalmente in alto ed una volta bloccata, su di essa si appoggia la parte posteriore della capotta che viene poi agganciata alla carrozzeria ed anteriormente sui montanti laterali del parabrezza. Nel modello successivo, questa centina cromata viene eliminata a favore di una canaletta o depressione nella carrozzeria realizzata dietro i sedili, in modo tale da contenere quasi totalmente in spessore la capotta ripiegata. Modifica sicuramente più pratica per il suo utilizzo, ma esteticamente meno gradevole in quanto elemento di disturbo al profilo complessivo della carrozzeria ed in particolare della coda. Tale modifica era stata possibile perché la seconda serie aveva avuto un leggero aumento del passo, circa 5 cm con conseguente allungamento della carrozzeria.
Un elemento che generalmente passa inosservato ma che è degno di attenzione perché molto raro da ritrovare oggi sulle 508 SS, è il porta targa posteriore, frutto anche questo di un attento studio aerodinamico, costituito da un unico corpo che visto di profilo ed essendo in lamiera ricorda in piccolo la sezione dell’ala di un aereo, chiuso frontalmente da plexiglass trasparente. Il parabrezza è incorniciato solo alla base ed ai lati con un profilo in acciaio cromato, la parte superiore del vetro è libera contribuendo visivamente ad una maggiore leggerezza e sportività. Sul montante laterale lato guida è posizionato un raro accessorio FIAT previsto all’epoca per questo modello, il faretto direzionabile di profondità con incorporato sul retro lo specchietto retrovisore, sul vetro trasparente il faretto riporta smerigliata la scritta Balilla.
Ma la vera sorpresa su questa 508 Sport Spyder la troviamo esaminando il suo splendido motore Tipo 108 S con il massimo della elaborazione SIATA. La famosa testata a valvole in testa, che non solo anticipa il motore tipo CS, ma è in grado di far raggiungere una turbolenza maggiore, come si legge su una pubblicità dell’epoca con un conseguente significativo aumento di potenza. Anche il collettore di scarico è diverso ed il carburatore è maggiorato, la coppa dell’olio in alluminio dalla particolare forma con alettatura laterale ne migliora il raffreddamento. Il motore così elaborato è in grado di esprimere 46 cv rispetto ai 30 della versione di serie ed ai 36 della seconda serie. Anche l’assetto è modificato e utilizza degli speciali ammortizzatori – sempre SIATA – a frizione idraulica per migliorarne la tenuta di strada in considerazione dell’aumento di velocità ottenuto. L’auto nasce con cambio a tre rapporti ma anche questo è stato modificato sempre con una applicazione SIATA che consiste nell’inserimento della quarta in presa diretta e di una terza silenziosa ed un diverso rapporto rispetto a quella originaria. Con il cambio così modificato si ha una maggiore accelerazione risparmiando il motore nei percorsi con mezze salite.
Alzando il cofano del bagagliaio troviamo un altro elemento molto interessante, nascosto dietro la ruota di scorta, posto verticalmente vi è infatti è sistemato un doppio serbatoio per il rifornimento con paratie e doppio bocchettone. Tali modifiche sono tutte originali dell’epoca ed hanno una precisa motivazione. Nel 1933, il primo proprietario era stato il gentlemen driver senese Teodoro Cattani, il quale iscrisse l’auto alla Mille Miglia del 1934 nella categoria sino a 1.100 centimetri cubi e affidandola all’equipaggio Malucci-Astolfi che si classificarono diciannovesimi assoluti e quinti di classe, impiegando 18h31’52” ottenendo un risultato notevole per un equipaggio privato. La vittoria andò a Varzi che correva nella classe sino a 3.000, con una Alfa Romeo 8C 2300 Monza Spyder Brianza portata a 2600 cc e appartenente alla Scuderia Ferrari che compì il percorso in 14h 08′ 05”.
In fase di restauro sono emerse diverse punzonature sulla bavetta dei parafanghi anteriori e posteriori così come sul parafiamma e sullo sviluppo interno delle portiere: la punzonatura riporta il numero 115. Queste si rendevano necessarie perché in quei tempi le carrozzerie erano costruite a mano e potevano avere leggere differenze fra loro, pertanto un parafango, un cofano o altro elemento, non erano perfettamente intercambiabili con vetture dello stesso tipo. Quindi, man mano che ogni carrozzeria veniva costruita, i vari pezzi venivano punzonati per essere riconosciuti ed assemblati insieme correttamente. Nel corso degli anni questa 508 SS ha cambiato molti proprietari, approdando prima a Roma e poi in Sicilia, a Palermo, dove entrò nella collezione personale dei Conti Tasca Bordonaro d’Almeria, che ne determinò la conservazione. Ma la sua gloriosa partecipazione a manifestazioni automobilistiche non termina qui, in tempi più recenti approdando nel nord d’Italia è stata utilizzata in diverse rievocazioni della Mille Miglia Storica, condotta dal pilota Roberto Vesco lo stesso che insieme al figlio Andrea ha vinto l’edizione 2020 su Alfa Romeo 6C 1750.
L’attuale proprietario, l’Architetto Marco Luciano, ha partecipato con l’auto a molte importanti e prestigiose manifestazioni dedicate alle auto d’epoca come alcune edizioni della “Stella Alpina” in Trentino, ASI Show a Cortina d’Ampezzo 2013, Louis Vuitton Classic Rally in occasione del Louis Vuitton Trophy all’isola della Maddalena nel maggio del 2010, Concorso di eleganza “Saint Jean Cap Ferrat Prestige 2017” solo per citarne alcuni, ma la sua partecipazione ad eventi sportivi o di eleganza prosegue costantemente tutt’oggi.
L’esemplare di questo servizio, porta in se una grande dote che lo rende unico, quella di essere “Nata per Correre”, con il suo performante motore, cambio e assetto SIATA nella massima preparazione, per i particolari della carrozzeria che ne esaltano l’aerodinamicità e per gli accessori specifici FIAT presenti. Per tutti questi motivi rappresenta anche un preciso e prezioso riferimento per il restauro di altre 508 SS perché veramente completa in ogni sua parte. La FIAT 508 Sport Spyder, genericamente e popolarmente più conosciuta come BALILLA Coppa d’Oro, oggi più che mai fa battere forte il cuore al solo vederla, al solo menzionarla e rappresenta sempre più nel tempo per gli amanti di auto d’epoca soprattutto se regolaristi, un’auto molto ambita e ricercata, per le sue doti di maneggevolezza, robustezza, affidabilità, per il suo fascino, per avere un coefficiente molto favorevole nelle gare – soprattutto il modello del ‘33 – e non ultimo la possibilità di partecipare a manifestazioni automobilistiche molto ambite e blasonate come la rievocazione storica della Milla Miglia.
Per questo servizio desideriamo ringraziare la Cavallerizza di Pinerolo, il Generale Luigi Greco, il Capitano Alessandro Torarolo, il Maresciallo Natale Natale, l’Amazzone Federica Santiano e la splendida cavalla Eveline per la sua docile collaborazione, oltre ovviamente all’architetto Marco Luciano, per averci messo a disposizione la gloriosa FIAT 508 Sport Spyder.