La TCR trasferisce il sapore delle corse in un contenitore stradale, senza snaturare la vettura di partenza, ma concedendole un gradino più alto sul quale esporsi.
Testo di Andrea Balti / Foto di Jay Tomei
Dopo circa otto anni di onorata carriera – era il 2012 – è tempo di salutare la settima generazione della Golf e lasciare che la profondamente rinnovata Mark VIII raccolga il testimone e prosegua il suo fortunato percorso, motorizzando milioni di persone in giro per il mondo e scrivendo altre pagine fondamentali per il brand. La Mk VII è stata la naturale evoluzione della serie precedente, affinando il proprio design con linee più squadrate, più spigoli e un interno sobrio e al tempo stesso funzionale, in perfetto stile German. C’è esattamente quel che ci deve essere e lo stesso vale anche per le varianti sportive, quelle che solleticano il divertimento degli appassionati della guida, ma che al volante di una Golf – che sia GTI o la più potente R che dispone anche di trazione integrale – non lasciano a casa la famiglia, i bagagli e la praticità di una compatta che da sempre è il benchmark con il quale tutti gli altri devono confrontarsi.
E se nel lontano 1976, senza la minima idea di cosa avrebbe causato, la prima Golf GTI spalancò le porte a quel segmento che oggi conosciamo come hot-hatch (compatte bollenti), questa è l’occasione di mandare in pensione la settima generazione con una serie speciale, la più potente GTI stradale mai prodotta, pronta a celebrarne la vita e le gesta, quanto i successi del medesimo modello schierato nel TCR International Series e per ben due volte davanti a tutti. Su strada, lo sappiamo benissimo, seppure possa sembrare più semplice, senza giri veloci, sportellate con gli avversari e assetti chirurgici che rincorrono il millesimo di secondo, la faccenda è invece più complicata. Bisogna soddisfare aspetti agli antipodi come il divertimento alla guida e la praticità, ma la Golf GTI non è nuova in questo campo e il suo canto del cigno è quello di un selvaggio missile da 290 cavalli. Per un’auto così speciale e significativa ci voleva una strada all’altezza di tanto clamore, ecco perché abbiamo fatto ritorno in uno dei nostri luoghi preferiti, le Gorges de Daluis.
La famigerata strada delle rocce rosse è uno scherzo della natura situato a circa un’ora da Nizza. Da un momento all’altro, le pareti rocciose ai lati smettono di avere le sembianze di una strada qualsiasi e si tingono di un rosso scuro, una sorta di color vinaccia accentuato anche dal forte sole che oggi splende nel cielo sopra di noi. Se da un lato ammiriamo il panorama mozzafiato che a tratti viene inghiottito prima dai balconi che si affacciano sul Var e dopo dagli striminziti tunnel a singolo senso di marcia, la nostra Golf GTI TCR non è certo una di quelle auto che si fanno pregare quando è il momento di sfruttare la strada sgombra di una tarda mattina di mezza estate. Sfiorando una potenza complessiva che non ha nulla da invidiare alla più potente Golf R, i 290 cavalli sono in questo caso sempre distribuiti sul solo asse anteriore che si avvale del fondamentale supporto di un differenziale autobloccante che permette di gestire al meglio tutta questa potenza, erogata lungo una curva di coppia costante e che raggiunge il proprio picco massimo a 380 Nm. Il lag del turbo è quasi impercettibile e a dispetto di quanto ci si possa aspettare fermandosi a leggere la scheda tecnica e i folli numeri di potenza di questa TCR, l’esperienza di guida è tutto fuorché nervosa.
A differenza della GTI Clubsport, per esempio, la TCR riesce a far convivere una potenza (anche superiore, ndr) con un assetto in grado di assorbire le asperità della strada e quindi digrignare i denti nel momento in cui si affonda pesante sul pedale del gas. Grazie alle classiche modalità di guida tra le quali scegliere, la TCR può infatti portarvi a spasso come una perfetta vettura per la famiglia, oppure diventare un’arma che corre lungo un binario virtuale sotto di voi, indipendentemente dal fatto di gettare tutta la potenza in pasto alle sole ruote anteriori, le stesse che in tutti i driving mode imposteranno ingressi di curva precisi e fulminei, soprattutto nel misto stretto. Nei momenti più concitati è logico preferire che il DSG a doppia frizione e 7 rapporti sia posizionato in sequenziale, agendo dai piccoli paddle in plastica dietro al volante e andando quindi a richiamare la marcia ideale, sia per sfruttare il maggior numero di giri motore a vostra disposizione, sia per consentire una migliore gestione dei pesi.
Fermando l’ago della bilancia ad appena 1.410 kg e con un assetto affinato rispetto a tutte le altre Golf prestazionali guidate fino a questo momento, la TCR trasferisce il sapore delle corse in un contenitore stradale, senza snaturare la vettura di partenza, ma concedendole un gradino più alto sul quale esporsi. Non è una Golf hardcore, resta sempre adatta per una convivenza a 360° e strizza l’occhio ai più esperti con piccoli dettagli come gli splitter anteriore e posteriore più accentuati, cerchi opzionali da 19” e due piccole decals TCR sulle minigonne, questo a patto che non vogliate il più vistoso disegno a nido d’ape disponibile su richiesta. La tonalità del doppio terminale di scarico mi ha lasciato qualche dubbio, perché se in accensione sembra pronto a scatenare fuoco e fiamme, a patto che non si tiri a ridosso del limitatore, suona troppo sommesso e non rispecchia le invece incredibili doti dinamiche di cui è capace.
Vengo ingoiato da un altro tunnel e pochi secondi dopo sono già fuori, quasi accecato dalla differenza di luminosità e dal bagliore che si schianta sull’asfalto rovente sotto di me. Le Pirelli P Zero restano sempre incollate, nel preciso punto in cui avevo ipotizzato di metterle mentre mi avvicinano alla curva, il volante è diretto, preciso e non c’è un attimo in cui abbia criticato la scelta di mantenere anche questa GTI con la sola trazione anteriore e anzi, nel giro di qualche ora mi convinco che mi stia divertendo più questa della più potente e costosa R. Quale che sia il motivo, decido di non indugiare in pretenziosi ragionamenti, quello che mi importa è assorbire il più possibile da questo incredibile proiettile bianco sparato nel cuore delle Gorges rosse. Noto con piacere che l’autobloccante compie il suo egregio lavoro anche quando l’impostazione di una curva si fa più aggressiva del solito, consentendo uno 0-100 km/h di appena 5,6 secondi e la possibilità di restare nella propria corsia anche chiudendo il raggio di sterzata. Meraviglioso.
Se solo ci fosse qualche decibel in più mi sarei trovato in mezzo alla sinfonia perfetta e invece il 2-litri turbo è più dedito alla sostanza che alla drammaticità. Un difetto che si fa perdonare e che nel tratto successivo che ci porta su per il Col de Crous e quindi in direzione Valberg mostra come la TCR sia in grado di incrementare il passo non appena la strada guadagna qualche centimetro in larghezza. Se fossimo in pista avrei anche modo di raggiungere una velocità massima di 260 orari, ottenuta rimuovendo il limitatore elettronico. Decido poi di rallentare il passo e scorrere nella mia testa quanto vissuto sino a questo momento, apprezzando i sedili dedicati e rifiniti con l’ennesimo richiamo racing, come anche il comfort offerto da un telaio capace di dimenticare per un attimo la sua sete di curve e sempre pronto a portare cinque persone e rispettivi bagagli da un luogo ad un altro.
Il carattere della TCR è quello che rende ancora una volta una Golf GTI una tra le indiscusse regine del proprio segmento. È un’ulteriore evoluzione della GTI Mk VII.2, anzi è molto di più e non solo perché si sistema su potenze fino a un decennio fa per nulla alla portata della versione GTI, ma perché dimostra come sia possibile far convivere due aspetti distanti tra loro in un unico modello. Ciò che non cambia è la sincerità dei suoi feedback e un comportamento sempre prevedibile e che non mette in crisi nemmeno un guidatore poco esperto. Ecco perché Volkswagen non deve impegnare tempo a pensare come vestire l’ennesima meraviglia del proprio listino, perché in fin dei conti ciò che stupisce e continua a convincere è sotto il vestito, e in questo caso per dare un addio alla settima e il benvenuto all’ottava, ci offrono un emozionante canto del cigno che può essere vostro a partire da € 43.700.
VOLKSWAGEN GOLF GTI TCR
Layout – Motore anteriore, trazione anteriore
Motore – 4 cilindri 1.984cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 290 cv @ 4.500 rpm
380 Nm @ 1.950 rpm
Peso – 1.410 kg
Accelerazione – 5,6 sec.
Velocità massima – 260 km/h
Prezzo – da € 43.700