VW Golf GTI Clubsport: Ancora Una Volta La Migliore
VW GOLF GTI CLUBSPORT
Fotografie: Lomax Photos
È troppo tardi per chiedere un regalo di Natale extra? Peccato, perché dopo aver trascorso un paio di settimane in compagnia della nuova Clubsport, sento il bisogno fisico di averne una. Chi avrebbe mai pensato che la Golf GTI, sempre al primo posto nelle preferenze riguardo le compatte sportive, sarebbe potuta essere ancora meglio, tanto da far sembrare superflua la più potente R e distante anni luce, la normalissima GTI?! Giuro che se mi capita nuovamente tra le mani, prendo e scappo – e non mi vedrete più. Volkswagen sei avvisata! Quello che può sembrarvi un delirio dovuto al freddo gelido di questi giorni, non è altro che la voglia di tornare ad impugnare quel volante in alcantara, fissare l’impuntura rossa posta al centro della corona e sparare tutte le marce possibili attraverso il suo DSG, sinché morte non ci separi.
Mi trovo così a celebrare un modello nato per celebrare un altro modello, poiché la GTI Clubsport è il meritato tributo alla dinastia GTI, nata ben 40 anni fa e che attraversando i decenni ha mutato aspetto, mantenendo però al centro il piacere di guida ed una dinamica che consente a tutti, anche ai guidatori meno esperti, di sfruttare una sempre crescente potenza affiancata ad una facilità di guida senza pari. La Clubsport raccoglie tutti gli input dei modelli precedenti e li eleva all’ennesima potenza, grazie al suo 4 cilindri da 2.0cc e 265 cavalli, che diventano 290 in overboost. Una potenza notevole per un’auto che mantiene la trazione sulle sole ruote anteriori e che ripone la sua grande ambizione nella totale maneggevolezza e reattività grazie ad un ottimo autobloccante. Qui il cambio è un doppia frizione a 6 rapporti – veloce, preciso, intuitivo e sempre pronto ad assecondare la mia voglia di scaraventare l’ago del contagiri verso la linea rossa, pizzicando i paddle dietro al volante e facendo uscire dai quattro terminali di scarico quell’inconfondibile sbuffo. Il sound viene accentuato solo quando la guidi da vero maniaco, per il resto, complice anche un’ottima insonorizzazione dell’abitacolo, c’è la costante voglia di aumentare i decibel e così ti ritrovi a tavoletta, tagliando le curve come se fossi in pista a Monza e rischiando più punti sulla patente di chilometri percorsi. Che colpa ne ho se è così dannatamente desiderosa di assecondare il mio istinto meno conservativo? Lasciare il centro abitato diventa un’abitudine, cercare le strade più tortuose ed isolate è ormai una vera e propria dipendenza e così, una volta disabilitato il controllo trazione, sono libero di affondare il piede destro sul gas, controllare un timido alleggerimento dell’anteriore e ringraziare VW per avermela lasciata con pneumatici estivi. Ad ogni curva sposti un po’ più in là il tempo della frenata, giù violento in uscita e lei sembra non voler scivolare verso l’esterno. Arranca, ma non molla – non fatica neanche un po’ ed allora vuoi di più. La curva successiva ha tutta l’aria di essere un tornante, così mi allargo, chiudo verso l’interno e mi scaravento sul gas peggio che posso – lei c’è. Raddrizzo facilmente il volante e mi fiondo verso la curva successiva, felice come un bambino che sta finalmente provando il suo giocattolo nuovo. Il telaio è eccezionale, rigido al punto giusto ma mai fastidioso, neppure sullo sconnesso peggiore. I freni sono apparentemente instancabili e solo dopo un uso veramente intensivo ti invitano ad alleggerire un minimo, ma in quel momento ti rendi conto che non hai semplicemente esagerato – hai letteralmente fatto scintille. Affaticato? No. Col cuore a mille? Per niente.
La facilità con cui riesci a prendere e mantenere velocità è disarmante. Su una strada tutta curve, credo che ben poche sportive siano in grado di tenere un ritmo simile ed il fatto di fare a meno della trazione integrale può comportare un gap in accelerazione (soprattutto da ferma e con terreno scivoloso), ma consente di risparmiare qualche chilo di peso, il quale va a tutto vantaggio di percorrenze di curva migliori. I sedili sportivi tengono bene e sono anche molto comodi – non mi fanno rimbalzare come in un flipper, ma il cervello (o quello che ne rimane) sballotta da una parte all’altra mentre la Clubsport salta da una curva all’altra. Ad un certo punto provo deliberatamente a farle perdere quel grip così infinito e lei sembra alleggerire il posteriore quasi come a dire “Se vuoi di più, basta chiedere!”. Resto sempre più stupito e continuo a macinare chilometri su chilometri alla ricerca della curva che sia finalmente in grado di metterla in difficoltà, non perché voglio trovarle un difetto, ma perché voglio capacitarmi che forse mi trovo davvero al cospetto di un’auto perfetta. Se il giorno prima mi aveste chiesto quale fosse stata l’auto più strabiliante provata nel 2016, avrei dovuto pensarci su, passando in rassegna tutte quelle supercars da centinaia di migliaia di Euro – adesso vi risponderei in un attimo, con stampata bene in mente la sagoma diabolica della Clubsport nera del mio test. Resa ancora più affilata grazie ad un nuovo splitter anteriore, allo spoiler sul lunotto posteriore e per alcuni dettagli sparsi qua e là, passerete molto più tempo al volante che fermi ad osservarla, perché quando posteggi e scendi ti sembra quasi di perdere del tempo prezioso, di sottrarre del tempo ad un’esperienza che vorresti poter vivere senza sosta.
Anche la coppia motore fa il suo bel lavoro: 350 i Newtonmetri già disponibili ad appena 1.700 giri e che ti consentono di tenere andature elastiche in autostrada. Peccato solo che gli unici attimi in cui i giri motore erano così bassi era a freddo o nel traffico cittadino – si, fuori da occhi indiscreti c’è solo spazio per tirarla per il collo, intanto lei non vuole altro. 5,5 secondi per passare da 0 a 100 km/h, un ottimo dato, ma che non rende giustizia alla progressione con la quale il tachimetro continua poi la sua corsa verso i fatidici 250. Adesso la strada si fa più stretta, ma l’asfalto è perfettamente asciutto e liscio – non me lo faccio dire due volte che ho già scalato un paio di marce e sto prendendo le misure per ficcare l’anteriore in quella 90°/destra. Come un serpente mette l’anteriore proprio dove i miei occhi avevano preso la mira, con il posteriore che segue senza esitazione, le gomme stridono e mettono a terra tutto ciò che possono ed io mi lascio premere al sedile, senza esitare dal ripetere questa operazione quasi come se fossi posseduto. Non parlatemi, non telefonatemi, non scrivetemi: devo guidare. E guidare è una cosa bellissima, soprattutto quando sei al volante di un’auto che ti asseconda, un’auto che ti porta “sulla cattiva strada” ma che resta al tuo fianco sino alla fine. Soltanto la Megane RS è capace di tanto, ma la Clubsport lo fa con una naturalezza ed una consapevolezza diversa. È quella da avere insomma, potrebbe anche essere l’unica auto da mettervi in garage e dato che i circa 37.000€ di listino non sono spiccioli, bisogna pensarci attentamente. Ok, fatto. Compratela al volo e diventerete asociali come sono stato io durante i giorni di test. Solo, ma felice.
VOLKSWAGEN GOLF GTI CLUBSPORT (2016-)
Layout – Motore anteriore, trazione anteriore
Motore – 4 cilindri 1.984cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 6 rapporti
Potenza – 265 cv @ 5.350-6.600 rpm
350 Nm @ 1.700rpm
Peso – 1.375 kg
Accelerazione – 5,5 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – 37.700 € ca.